Nel 2012 pressione fiscale al 45%

Rispetto a un già gravoso 42,5% riportato nel 2011, il carico per contribuenti e imprese denunciato dalla Cgia di Mestre è ulteriormente gravato da Imu, Irpef, accise sui carburanti, aumento dell’Iva e del prelievo sui Titoli di Stato.

Italiani popolo di tartassati. La notizia non è nuova ma, nero su bianco, i dati Istat sulla pressione fiscale che attanaglia il Paese analizzati dalla Cgia di Mestre per il 2012 lasciano intravvedere una poco edificante crescita esponenziale che, in Italia, porterà il carico fiscale a toccare quota 45%.

Con una morsa sul Pil passata dai 31,4 punti percentuali registrati nel 1980 al 42,5% riportato fino a tre mesi fa, il carico su contribuenti e imprese di casa nostra è aumentato di oltre 11 punti percentuali rendendo, di fatto, l’Italia una delle nazioni più sottoposte a pressione fiscale d’Europa.

A pesare sulle poco edificanti previsioni, l’introduzione dell’Imu, il ritocco delle addizionali Irpef, l’aumento delle accise sui carburanti ma anche dell’Iva e del prelievo sui Titoli di Stato che, stando alle analisi condotte, contribuiranno a rendere il 2012 ancor più funesto dell’annus horribilis 1997, da molti ricordato per una pressione fiscale “fuori controllo” al 43,4%.

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