N° 129 MAGGIO 2004

È proprio in questo momento di massima fruizione di servizi ludici che ci si deve preparare per lo sviluppo mobile professionale. Una grande opportunità per system integrator e software house

Maggio 2004, Secondo un’interessante ricerca (liberamente scaricabile
da www.netsize.com) di Netsize, società specializzata nelle soluzioni
di mobile business, relativamente alla prima metà del 2003, in Italia
si stimano 53,5 milioni di utenti Tlc mobili (anche se Assinform ne avrebbe
contato 41,4 milioni per la fine dell’anno) e l’Arpu (Average rate
per user, fatturato medio generato da un utente) a dicembre del 2003 ha raggiunto
3,8 milioni di euro al mese, con l’indicazione importante che i soli servizi
"voce" continuano a diminuire a tutto favore di quelli legati ai
dati. Ma torniamo alla ricerca di Netsize, che prosegue utilizzando i dati dell’osservatorio
del Politecnico di Milano con la distribuzione in percentuale dei servizi. Quelli
di infotainment (contenuti informativi ed entertainment) sono in cima alla lista
delle preferenze degli italiani e rappresentano circa il 34% del totale dei
servizi. Il 27% spetta a loghi e suonerie, mentre il resto si divide fra un
15% di giochi, 17% di chat and communication e il 7% che va ad altri servizi
non meglio specificati, ma che potrebbero essere proprio quelli che interessano
le aziende.
Al di là delle cifre, sono due i fatti che risaltano. In primo luogo
gli operatori si trovano di fronte a un mercato estremamente vasto, quasi saturo,
se solo lo rapportiamo al numero degli abitanti del nostro Paese. D’altra parte
si nota ancora una forte propensione verso un utilizzo ludico del mezzo ed è
ancora lontano il momento in cui il telefono cellulare, o il palmare, possa
essere considerato a tutti gli effetti un altro dispositivo con cui lavorare.
Il dispositivo in realtà c’è, che si tratti di un palmare o un
cellulare poco importa, visto che le due tipologie di prodotto tenderanno a
convergere, ed è un mezzo in grado di elaborare informazioni come un
computer e comunicare dati in modalità wireless. Le reti ci sono, Gprs
o Umts che siano, magari la copertura non è totale, ma è solo
questione di tempo. Ciò che manca, però, è la consapevolezza
che si può essere produttivi con un dispositivo mobile esattamente nello
stesso modo in cui lo si è ora con il computer da scrivania o portatile.

Le responsabilità degli operatori
I garanti di questa consapevolezza sono gli operatori del settore, tutti in
misura diversa. I produttori di terminali devono realizzare prodotti sempre
più performanti, affidabili e con standard aperti. Gli operatori di telecomunicazioni
hanno la responsabilità di rendere le reti affidabili e sicure e infine
ci sono gli sviluppatori. In questo grande calderone rientrano software house,
system integrator, sviluppatori indipendenti e, a ben guardare, anche Internet
service provider. Per questi le opportunità sono enormi. Tutte le aziende
avranno bisogno di applicativi di comunicazione che siano in grado di portare
realmente l’azienda all’esterno. Applicativi integrati nei sistemi
informativi aziendali, sicuri, veloci, affidabili e facili da usare.
Il 3Gsm World Congress, tenutosi a Cannes a fine febbraio, è stato l’ultimo
appuntamento importante che ha visto riuniti tutte le tipologie di operatori
interessati a questo mercato. Al di là dei dispositivi e delle applicazioni
"futuriste" presentate da tutti i produttori e rivolte al mercato
consumer, a Cannes si sono gettate le basi per uno sviluppo consapevole delle
applicazioni m-business.

Strette di mano in passerella
Parliamo delle alleanze strategiche, prima fra tutti, in termini di tempo, visto
che è stata presentata in apertura, ma forse anche di importanza, quella
tra Ibm e Nokia. Le due aziende hanno reso nota l’intenzione di collaborare
per lo sviluppo di soluzioni di mobilità della forza lavoro. Si tratta,
in particolare, di coniugare la piattaforma del Nokia Communicator con l’offerta
software mobile di Ibm, in particolare per quanto riguarda instant messaging,
produttività personale, connettività.
Le prime implementazioni, indirizzate in modo specifico alle aree di field force
automation, farmaceutica, assicurazioni, saranno a breve disponibili per le
fasi di prova e valutazioni in realtà quali Pfizer, Ricoh e Daimler Chrysler.
Le soluzioni sviluppate prevedono la possibilità per il "mobile
worker" di accedere ai sistemi di gestione degli ordini o alla manualistica
utilizzando la piattaforma Communicator di Nokia. Inoltre, Ibm ha reso disponibili
alcuni propri prodotti in versioni ottimizzate per piattaforma Nokia basata
su core Symbian: WebSphere Everyplace Access Client e Connection Manager Client,
WebSphere Micro Environment, Tivoli e Lotus Sametime Instant Messaging Client
per Nokia Communicator. I servizi di system integration correlati saranno forniti
da Ibm Global Services. E sempre per restare sulla piattaforma del Communicator
9500, in arrivo nel quarto trimestre dell’anno, accanto a Ibm sfilano nomi come
Sap, Computer Associates, Oracle e Symantec. Queste aziende supporteranno la
piattaforma con le loro soluzioni software di back end.

Sun certifica gli sviluppatori
Se Ibm investe sul mobile, Sun, che con la Java Platform l’ha sempre tenuto
d’occhio, presenta i nuovi tool di supporto alla piattaforma Java 2 Platform
Micro Edition. In primo luogo Java Technology for Smartphones HotSpot Implementation,
una nuova versione di J2Me, sei volte più veloce della precedente, in
questo momento in mano agli sviluppatori per poter essere integrata negli apparati
verso la fine dell’anno. Sempre a supporto di J2Me, Sun è pronta con
J2Me Web Services, che consente l’accesso via device mobile ai Web service usando
Xml e Soap (Simple object access protocol). In collaborazione con Nokia, Siemens
e Sony Ericsson Mobile Communications, inoltre, Sun dovrebbe lanciare a breve
il programma Java Verified, dal quale dovrebbe nascere un unico processo per
il test e la certificazione di applicazioni mobile Java rendendo più
facile la creazione e la diffusione di applicazioni basate su J2Me. Il programma,
dicono in Sun, nasce con l’obiettivo di dare agli sviluppatori un metodo unico
per testare i contenuti Java, assicurando la compatibilità delle applicazioni
sviluppate con i device dei produttori aderenti all’iniziativa. I numeri meritano
lo sforzo: sono circa 250 milioni i dispositivi wireless che supportano la tecnologia
Java, prodotti da 31 diversi costruttori. Un potenziale operativo enorme per
gli sviluppatori.

Attualmente, inoltre, sono disponibili 10mila applicazioni J2Me. Una volta che
una applicazione verrà certificata nel quadro di Java Verified Process,
riceverà il logo Java Powered. Ogni versione dell’applicazione
sarà poi dotata di firma digitale. Positivi i commenti degli analisti
che vedono nella scelta di Sun e dei quattro costruttori una mossa analoga a
quanto fece suo tempo Qualcomm con la piattaforma Brew per reti Cdma. Sun, infine,
e Research In Motion hanno raggiunto un accordo per estendere le applicazioni
di tipo enterprise anche sui device Blackberry realizzati da Research In Motion.
In sostanza, l’obiettivo della collaborazione è quello di distribuire
applicazioni di tipo enterprise via Web services. Allo scopo, le due società
vogliono collaborare con gli Isv per facilitare lo sviluppo e il deployment
di applicazioni Crm, Erp ed e-mail basate su Java per i palmari Blackberry.
A Ibm e Sun si aggiunge Hp, che sta lavorando con Ericsson a una piattaforma
di comunicazione che dovrebbe integrare wired e wireless. Per esempio, per instradare
verso uno switch centrale chiamate voce da reti mobili e chiamate dati, in tariffazione
flat. Il sistema dovrebbe essere lanciato prima in Europa e poi negli Stati
Uniti.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome