Motorola, che brutta aria

La società anticipa ulteriori perdite. Rimanda lo spin off della divisione telefoni cellulari. Annuncia tagli per 3.000 dipendenti. Basterà?

Che in America siano tempi bui si sa. Quanto bui siano davvero, forse questo è più difficile a dirsi. Per questo, quando un’icona dell’industria hi-tech Usa come Motorola dichiara apertamente le proprie difficoltà e soprattutto mette le mani avanti e anticipa che difficilmente uscirà dalla crisi prima del 2010, è comprensibile che gli umori a Wall Street si deprimano.

Non è solo questione di perdite, che la società anticipa saranno superiori a quanto precedentemente stimato, ma di una complessiva difficoltà nella gestione del business che porta oggi la società a rimandare sine die lo spin off della divisione che si occupa di telefoni cellulari.

Non è tempo di sostenerne gli oneri, forse. Soprattutto le priorità sono altre: pesante ristrutturazione (si parla di tagli per 3.000 posti di lavoro) e organizzazione e spasmodica ricerca di nuovi prodotti che possano entusiasmare l’utenza consumer.
Del resto, gli osservatori avevano già delineato la tendenza. In un mercato crescente come quello degli smartphone, mentre resta salda la leadership di Nokia, Motorola segna il passo, superata da newcomer come Research in Motion e Apple.

Non ha tergiversato il Ceo Sanjay Jha davanti alla comunità finanziaria: non c’è una soluzione rapida. Il quarto trimestre mostrerà un ulteriore declino, anche a causa del limitato line up sia dell’offerta low end sia nella fascia alta del listino, vale a dire proprio nei due segmenti che mostrano in questo momento i tassi di crescita più significativi.

E poiché il prossimo anno non è destinato ad andare meglio, ecco le misure drastiche: riduzione del 4,5% della forza lavoro e focalizzazione sui mercati tradizionalmente più forti come il Nord America.

Scettici gli analisti, che se da un lato trovano corrette le misure
adottate, dall’altro si domandano se in realtà non sia ormai troppo tardi per riuscire a sanare una situazione al momento davvero critica. Per altro, anche la decisione di rimandare lo spin off della divisione telefoni cellulari, in questo momento secondo Jha impraticabile sia per le condizioni dei mercati finanziari, sia per la volontà di procedere a una riorganizzazione organica di tutta l’azienda, lascia qualche analista perplesso. La misura, secondo alcuni, è la sola via d’uscita per tornare alla profittabilità.

Le cifre comunque non lasciano spazio ai dubbi. Nel trimestre concluso il 30 settembre, la società ha consegnato 25,4 milioni di telefonini, contro i 37,2 milioni dell’anno precedente. E, cosa che rende ancora più evidente il periodo di difficoltà, si è fatta superare da Sony Ericsson che è riuscita a raggiungere quota 25,7 milioni.

Prima di procedere allo spin off, tuttavia, secondo Jha è necessario rifocalizzare. Ad esempio concentrandosi su Windows Mobile e Android. Di Android, però, non si parlerà prima del prossimo autunno, mentre per quanto riguarda Symbian mancheranno all’appello alcuni modelli inizialmente previsti per la prima metà del prossimo anno.

Il focus si concentrerà su Stati Uniti, America Latina e Cina. Resteranno le attività in Europa, mentre si spegneranno un po’ gli sforzi in India, che non garantisce margini sostenibili.

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