Momenti difficili per il mercato del lavoro

Sarebbe meglio “non vedere, non sentire e non parlarne”, perché quello che emerge dalle analisi di mercato rispetto alla ricerca e offerta del personale non è molto stimolante. Eppure si aprono alcune opportunità in ambienti iper specializzati

È un momento di grande nervosismo e secondo un recente rapporto firmato da PriceWaterhouseCoopers l’incertezza economica sta causando una stallo della crescita nella zona euro. Ciò detto, è impensabile che il mercato del lavoro possa risultare allegro e senza scossoni. Ciò che emerge dalla nostra inchiesta è che le aziende sono concentrate sull’ottimizzazione delle risorse e se sono in fase di valutazione vuol dire che sono interessate a figure particolari in grado di portare know-how altamente specializzato.
Il crollo di Internet e la successiva crisi di crescita dell’economia hanno scatenato una “guerra dei talenti” nel settore Ict. «L’Ict assume meno in valori assoluti, ma in termini di qualità la domanda si è alzata» afferma Giovanna Guercilena, communication manager di Jobpilot, che ha osservato il fenomeno dal punto di vista privilegiato del sito di recruitment della sua società in Italia. Che la crescita dell’occupazione nell’Ict stia rallentando lo conferma anche un recente studio realizzato da NetConsulting per conto di Microsoft. Secondo questa ricerca gli occupati nel settore Ict dovrebbero essere alla fine del 2002 circa 1 milione e 72mila unità, pari solo allo 0,9% in più rispetto all’anno scorso. Le attività che stanno trainando le assunzioni It presso le aziende utenti appartengono, sempre secondo lo stesso studio, a tre categorie di applicazioni: sicurezza logica dei sistemi e dei dati, infrastrutture di rete e revisioni architetturali delle tecnologie.

Lo skill shortage è in calo
Un’altra misura del tipo di domanda che oggi è presente per le professioni Ict, sia fra i produttori e i fornitori di servizi sia nelle aziende utenti, è il cosiddetto skill shortage. Secondo NetConsulting, quest’anno lo skill shortage scenderà a sole 32.500 unità, contro le 85mila dell’anno scorso. Secondo gli esperti, sia di NetConsulting sia del sito Jobpilot, l’informatica e le telecomunicazioni restano ancora trainanti per l’occupazione in Italia, ma il modo di cercare nuovo personale e di gestirlo è cambiato profondamente negli ultimi due anni e si sta ancora modificando. Le aziende vogliono realizzare progetti che producano subito ricchezza e quindi gli investimenti in informatica debbono essere valutati per i riflessi che hanno sul business plan aziendale. «Quando si investe, oggi lo si fa su progetti ben definiti che facciano crescere rapidamente il fatturato» spiega ancora Guercilena.

Tecnici ben preparati cercasi
Ma questo richiede tecnici ben preparati, non solo sul terreno delle applicazioni e dei prodotti, ma anche con esperienze e capacità manageriali, in grado di collegare i progetti informatici al business complessivo e al resto dell’azienda. Va da sé che, poiché persone di questo genere sono rare, esse vengano ricercate e contese. Ma quali sono i profili professionali più desiderati oggi? Jobpilot ha avviato da qualche mese un lavoro di monitoraggio delle professioni informatiche nuove o più recenti. Prima di entrare nel merito, richiamiamo l’attenzione su due dati: figure professionali nuove e in auge fino a qualche tempo fa, oggi sono in declino; il “valore” di una qualifica è molto più che in passato legato all’effettiva competenza di una persona e quindi le medie degli osservatori vanno prese con le molle e calate in una realtà che oggi può presentare divaricazioni anche consistenti nei casi concreti.

Nella giungla delle qualifiche
Nel settore dell’Ict ci sono moltissime qualifiche formali, che a volte sottintendono le stesse attività con qualche leggera differenza. Per evidenti ragioni non potevamo indicarle tutte nel nostro sondaggio, ma chi non ritrova la propria posizione nella tabella potrà leggere con interesse questa analisi di altri profili professionali, realizzata di recente dal portale di recruitment Jobpilot e da Ictsquare, un sito specializzato nel benchmarking retributivo e nel career management. Nelle tabelle, invece, abbiamo riportato per ogni profilo professionale i livelli di stipendio lordo (in media e per anzianità di servizio) e quanto pesano premi e incentivi sulle diverse retribuzioni. Sul sito www.jobpilot.it potete trovare le informazioni complete su questi profili professionali, mentre qui ci limiteremo a segnalare due fenomeni: le qualifiche più richieste, quelle in declino e la composizione della retribuzione.
Possiamo dividere in tre grandi gruppi le quattordici qualifiche indicate nelle tabelle. Il primo gruppo è quello dei profili professionali più richiesti: vi appartengono gli analisti di database e di software, il security specialist, il system administrator, il technical assistance, il technical help desk, il technical trainer e il Web project manager. Quest’ultimo è la persona che garantisce gli standard qualitativi relativi al funzionamento del sito Internet dell’azienda ed è l’unica figura professionale strettamente legata alla realizzazione di applicazioni su Internet che si è salvata dalla bufera che ha colpito il mondo della grande Rete. Secondo Jobpilot, infatti, la qualifica di Web master in pratica non esiste più ed è stato sostituita dal Web project manager, mentre sono poco richieste quelle di Web content manager e di Web designer. È invece neutrale l’opinione sul Web application developer. Questo per quanto riguarda il secondo gruppo, il più legato a Internet. Restano, infine, le tre qualifiche del marketing analyst e del sales representative, che ci interessano in quanto sono legate all’uso di Internet da parte dell’azienda, e del software developer che risulta richiesta però soltanto nei profili alti.
Le diverse figure professionali non sono distribuite in modo uniforme sul territorio italiano. Il Nord-Ovest assorbe il 42,4% degli attivi, contro il 17,1% del Nord-Est, il 30,2% dell’Italia Centrale e il 10,4% del Meridione e Isole. Si notano, però, forti scostamenti delle singole funzioni rispetto alle medie. Non abbiamo interpretazioni di questi dati, ma probabilmente le differenze derivano dal variare sia delle dimensioni delle aziende a livello territoriale sia dei diversi tipi di attività in cui sono impegnate.

Le professioni più ricche
In base alle retribuzioni medie lorde annue possiamo individuare tre fasce: sopra i 35mila euro, da 30 a 35mila e sotto i 30mila euro. Dalla tabella si evince che sono solo tre le professioni più “ricche”. Guadagna di più chi svolge la mansione di agente commerciale, di Web project manager o di Web content manager. Sono attività molto legate al mondo Internet, che hanno però le quote della parte variabile della retribuzione fra le più elevate.
Possono quindi portare a casa uno stipendio maggiore degli altri, ma solo a patto di raggiungere gli obiettivi. Il che non è detto che sia poi così facile da raggiungere, soprattutto in tempi come questi.

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