Mobilità al centro della strategia di Tarantella

Dopo aver ampliato il paniere dell’offerta con l’acquisizione di New Moon Systems, la società di Santa Cruz rinnova l’impegno in direzione mobility, con l’acquisto della tecnologia Xerox mDoc.

 


In qualità di vice president worldwide sales, Edmundo Costa è il responsabile mondiale delle strategie commerciali di Tarantella, società nata nel 2001 dal riassetto strategico di Sco e attiva nel mercato dell’accesso applicativo.


Linea Edp l’ha incontrato per sapere come è cambiata l’offerta in seguito all’acquisizione di New Moon Systems e quali saranno i prossimi traguardi tecnologici.

Tarantella vanta un’offerta articolata, in grado di garantire compatibilità con la maggior parte delle piattaforme disponibili sul mercato. Dopo l’acquisizione di New Moon avete anche un prodotto per il midmarket. Manterrete un’offerta segmentata o pensate di procedere a un’integrazione?


"Oggi Tarantella garantisce un ampio ventaglio d’offerta con una soluzione per la piattaforma Linux, una per Unix e, dopo l’acquisizione di New Moon, una anche per Nt. Strategicamente pensiamo di mantenere differenziate le offerte, pur procedendo a uno scambio tecnologico. Canaveral Iq sarà offerto a chi chiede un prodotto facile da gestire e da usare sotto Nt. Tarantella Enterprise, che nel frattempo ha raggiunto quota 3.4, sarà, invece, posizionato a un livello più alto in risposta a chi opta per un ambiente flessibile e potente. Per quanto riguarda la piattaforma MacOs, vista la scarsa richiesta, non pensiamo di sviluppare un’offerta server, anche se una soluzione specifica non sembra di difficile realizzazione dal momento che il sistema si basa su Unix".

La soluzione sviluppata per Oracle rappresenta una delle vostre migliori referenze, non solo per le dimensioni della società, ma anche per il volano commerciale che costituisce. In cosa consiste l’implementazione realizzata?


"Decisamente Oracle è uno dei nostri migliori clienti, non solo per il numero di installazioni, ma anche per il modello organizzativo su cui si è rimodellata. In passato, per garantire lo sviluppo applicativo, la società forniva a ciascun ingegnere una potente workstation con tool e codice sorgente. Questa organizzazione significava un’infrastruttura dalla gestione complessa, in cui il management dei sistemi, del software e della sicurezza richiedeva ampie risorse dedicate. In seguito all’implementazione di Tarantella, tutto questo è cambiato: la potenza elaborativa, gli strumenti e il codice sorgente sono stati centralizzati su un datacenter, cui gli sviluppatori accedono via browser. In origine, a motivare il cambiamento infrastrutturale era stata soprattutto la volontà di ridurre i costi di gestione. Da subito, però, si sono evidenziati anche altri benefici, tra cui la possibilità di esercitare un controllo centralizzato sui privilegi da accordare a ciascun sviluppatore e un maggiore livello di sicurezza. Il codice sorgente risiede, infatti, in un posto unico e protetto. La nuova infrastruttura garantisce, inoltre, una maggiore produttività, poiché gli sviluppatori possono operare in ambienti complessi ovunque si trovino.


Per rendere questa soluzione ancora più economica, Oracle ha optato, inoltre, per il porting dell’architettura server su Linux, sistema operativo che Tarantella supporta pienamente.


È inutile sottolineare che la centralizzazione delle attività di sviluppo rappresenta un trend in forte crescita. Questo modello organizzativo offre, infatti, notevoli benefici ed è applicabile a tutte le realtà che, anche operando in settori radicalmente diversi, sono caratterizzate da un uso intensivo di applicazioni complesse centralizzabili su datacenter. Pensiamo, per esempio, alle attività dei geologi o dei Cad designer".

Quali sono le nuove frontiere tecnologiche su cui vi state focalizzando?


"Ci stiamo concentrando soprattutto in ambito mobile, un tema oggi particolarmente caldo. Le nostre ultime mosse sono state l’acquisto in licenza esclusiva della tecnologia mDoc, sviluppata dai laboratori di Xerox, per facilitare l’accesso, la stampa e l’invio via fax di documenti da qualunque tipo di palmare. In base ai piani, la tecnologia sarà integrata nella nostra offerta dall’inizio del 2004 e sarà fornita ai large account o a telco come Wind".

Tarantella festeggerà tra poco i tre anni di attività. Quanti clienti conta al mondo, quante installazioni e come si segmenta per aree il vostro fatturato?


"Tarantella vanta oltre un migliaio di clienti large account in tutto il mondo e, complessivamente, oltre 100mila licenze Concurrent User installate, il che, secondo i nostri calcoli, significa oltre un milione di utenti. La struttura, che realizza il 50% del fatturato al di fuori degli Usa, complessivamente conta 110 dipendenti e 460 rivenditori in 26 Paesi. Per struttura siamo decisamente inusuali in questo mercato, dal momento che, pur essendo una start up di quasi tre anni, abbiamo i numeri di una società più matura. E questo è dovuto all’eredità di tanti asset Sco che ci hanno garanito una forte presenza internazionale e trimestrali da 4 milioni di dollari".

Proprio in tema di bilanci, i risultati del terzo quarter stanno causando grande incertezza sul mercato. È possibile fare chiarezza su quanto è successo?


"Sono tempi duri per le società quotate in Borsa. In un’economia post-Enron e post-Worldcom, i conti delle società pubbliche sono sottoposti a maggiori vagli. Mesi fa, Tarantella ha notato il verificarsi di pratiche commerciali non autorizzate che, una volta rilevate, sono state segnalate a un auditor per avviare indagini interne. Come risultato, non abbiamo potuto presentare i risultati del terzo trimestre e, di conseguenza, il titolo è stato delistato dal Nasdaq. Non appena l’indagine sarà conclusa e il bilancio presentato, la società sarà riammessa a listino, ma il processo richiede tempo. La notizia non è comunque del tutto negativa. Le società delle nostre dimensioni sono spesso private e per i clienti è peggio, dal momento che non possono sapere nulla su proprietà, stato patrimoniale e conti economici".

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