Mobile business: in Italia si può fare di più

In un seminario di e-Academy sono stati discussi i risultati dell’osservatorio sul mobile business

Il palcoscenico di Smau è stato utilizzato da Assinform per divulgare i risultati dell’Osservatorio sul Mobile business in Italia, realizzato congiuntamente al Politecnico di Milano, già presentati in un convegno lo scorso marzo. In più, Federico Barilli, presidente dell’associazione, ha anticipato che la nuova edizione dello studio estenderà la ricerca a settori verticali dell’industria, poiché questo tipo di applicazioni varia molto a seconda del contesto. Si cercherà poi, attraverso incontri, di spiegare i reali vantaggi, in termini di competitività, che la mobilità può dare alle nostre aziende.
In effetti, molte realtà italiane non affrontano progetti in questo ambito “semplicemente per una bassa conoscenza – come ha affermato Filippo Renga del Politecnico –. Ci venivano posti problemi che in realtà non esistono, come il fatto che il Wi-Fi non è sicuro. Viene data priorità bassa a questi progetti, ma è una visione miope. Nella maggior parte dei casi abbiamo riscontrato risultati buoni, con investimenti ridotti”.
Il campione messo sotto analisi, settanta aziende, ha evidenziato un’estrema eterogeneità delle soluzioni adottate e una grande pervasività delle applicazioni su tutti gli aspetti della catena del valore, dalla logistica alle operation, dalla Sales force automation al mobile office. Spesso, però, l’utilizzo è al di sotto delle potenzialità, senza cioè che si provi a ridisegnare il processo per migliorarlo. “Si tratta di applicazioni semplici – ha aggiunto Renga – il che ha il vantaggio di non introdurre sconvolgimenti e tenere bassi i costi”.

Secondo il Politecnico, per spingere il settore serve l’intervento di un ecosistema di aziende dell’offerta, fra system integrator, operatori di telefonia cellulare e vendor, che capisca le reali esigenze dei clienti.

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