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Microsoft porta SQL Server 2016 su Linux

Di tutte le trasformazioni che Microsoft ha abbracciato in questi anni, quella che continua a dettare stupore è la stessa che fa della roccaforte di Redmond una realtà aperta. “Open”, nel senso più lato che questo termine ha nel mondo It.
In questi anni abbiamo visto figure di primo piano nelle gerarchie della società salire su palchi internazionali sfoderando prodotti che con Windows poco o nulla avevano a che fare. Li abbiamo visti e sentiti parlare di interoperabilità, di supporto cross-platform.
Eppure, ogni volta che l’annuncio arriva lo stupore è lo stesso.
Anche oggi che Scott Guthrie, Executive Vice President, Cloud and Enterprise Group della società, ha reso noto, attraverso un post sul blog ufficiale che la prossima release di SQL Server, la 2016, attesa nel corso dell’anno, girerà su Linux.
È un passaggio importante, che va oltre il fatto, già ampiamente evidenziato, che pressappoco un quarto dei server che girano su Azure sono a cuore Linux, e soprattutto è di nuovo una conferma della determinazione con cui l’azienda persegue la rotta tracciata dal suo Ceo Satya Nadella.
I motivi sono evidenti: in un mondo che gira intorno ai dati, la capacità di poterli e saperli gestire è il differenziale di business. Ed è chiaro che Microsoft non vuole perdere nemmeno una occasione.
L’annuncio avverrà in giornata a New York, ma quanto scrive Scott Guthrie nel suo post è già palese.
SQL Server 2016 avrà nuove capacità di encryption in qualunque fase (“at rest, in motion and in-memory”, scrive), per garantire massimo livelli di sicurezza, avrà supporto in memory per qualunque carico di lavoro, capacità di Data Warehousing, supporto BI per dispositivi mobili iOS, Android e Windows Phone, analitiche avanzate anche di tipo predittivo, funzionalità cloud, ma, ultimo, ma non ultimo, girerà su Linux.
Questo significa garantire una piattaforma dati consistente su Windows Server, su Linux, on premise e in cloud”, scrive Guthrie, che parla di maggiore flessibilità per i clienti, citando le reazioni positive di IDC, di Red Hat e di Canonical all’annuncio.

Una strategia organica

Non solo.
Evidenzia come l’apertura di SQL Server 2016 sia un ulteriore passo di una strategia organica, che ha visto nelle scorse settimane Microsoft acquisire Xamarin e rilasciare Microsoft R Server, dopo aver acquisito Revolution Analytics, con il suo supporto per Hadoop e Teradata.
Al di là del post di Guthire, in queste ore dalla rete arrivano ulteriori chiarimenti all’annuncio.
Microsoft, va detto, non rilascerà in modalità open il codice di SQL Server: farà in modo che possa girare su Linux.
E questo dovrebbe applicarsi alle funzionalità core di SQL Server. Per gli altri componenti molte delle decisioni dipenderanno dalla richiesta e dai feedback degli utenti.

La nuova Microsoft

Siamo comunque di fronte a un passo importante, che conferma da un lato la passione e l’interesse che Satya Nadella ha sempre avuto per Linux, diversamente da Steve Ballmer, dall’altro evidenzia come la stessa Microsoft sia lontana anni luce da quella se stessa che portava in tribunale Red Hat per violazione di proprietà intellettuale.
Non pare strano che gli occhi di tutti siano puntati su Oracle, che sembra essere alla fine la diretta destinataria della nuova strategia.
È chiaro che stanti le cose come oggi sono, è difficile pensare che a San Francisco qualcuno possa perdere il sonno davanti a questa notizia – le parole sono di Merv Adrian, analista in casa Gartner – tuttavia è qualcosa che Oracle non potrà non tenere in considerazione da adesso in poi.

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