Microsoft-Java, lo strappo mai ricucito

Non si è fatta attendere la risposta di Sun alla decisione di Bill Gates e soci di togliere il supporto al linguaggio nel prossimo sistema operativo Windows Xp. Le accuse dalla volontà di freno all’innovazione all’effetto negativo su consumatori e sviluppatori.

La decisione di Microsoft di non supportare Java sul prossimi sistema operativo Windows Xp ha rapidamente suscitato la reazione di Sun. In un documento, il management di Mountain View ha sottolineato come la mossa finirà con il “colpire soprattutto i consumatori e i milioni di sviluppatori che usano oggi la piattaforma Java”. Bill Gates e soci vengono accusati di voler frenare l’innovazione apportata al Web dal linguaggio aperto: “Si tratta di un attacco non tanto a noi quanto al pubblico che lavora e innova con questo strumento”, si legge ancora nella nota ufficiale.
Sun contesta anche che la decisione di Microsoft sia una diretta conseguenza dell’accordo concluso nello scorso gennaio dopo una lunga causa proprio su questo fronte. La mossa viene giudicata unilaterale, poiché l’intesa dà a Microsoft la possibilità di distribuire ancora per sette anni la Java virtual machine. Peraltro, anche senza il supporto di Windows, Sun ritiene che Java continuerà a crescere, oltre i sette milioni di siti Web stimati che già oggi fanno uso di applet per offrire informazioni ai consumatori. Inoltre, la tecnologia è diffusa su dispositivi wireless e portabili, indipendentemente dai sistemi operativi di Microsoft.

Certo, Bill Gates e soci sembrano voler usare la propria forza di mercato per bloccare un concorrente e proporre, anche su questo fronte, una soluzione fatta in casa, nella fattispecie il linguaggio C#. Ma forse Sun avrebbe fatto meglio a non insistere troppo nella causa contro Microsoft sulla manipolabilità del linguaggio, ottenendo una maggior diffusione del proprio prodotto in cambio di un po’ di flessibilità. Fino a prova contraria, oggi Windows è più diffuso di Java e la possibilità che ha Microsoft di includere nel sistema operativo vari altri programmi ha prodotto risultati vincenti. Nella nuova situazione dovuta all’ultima decisione, chi vorrà utilizzare Java, dovrà andare a cercarsi autonomamente i programmi e i plug-in necessari, ma questi “volonterosi” rappresentano una quota di minoranza nel mondo degli utilizzatori di computer. Forse solo il giudice che riesaminerà la causa antitrust contro Microsoft potrà cambiare questo stato di cose. Ma ci vorrà ancora del tempo.

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