Microsoft investe in Dell: cui prodest?

Qualche spunto di riflessione su un prestito, o investimento che dir si voglia, che fa discutere.

Al di là di alcuni equivoci in cui qualche notista nostro connazionale è incappato, e stabilito il fatto che Microsoft non ha acquisito Dell, bensì solo una partecipazione nella cordata che sta riportando privato il gigante dei pc, la domanda di fondo resta la stessa: perché?
Perché entrare in una operazione che, se letta in una certa angolazione, potrebbe sembrare un gesto di preferenza, assegnando alla casa texana un non facile ruolo di primus inter pares, scontendando gli altri pares per altro, in un momento non certo facile per il mercato pc?

Le analisi in queste ore proliferano, ma di suo Microsoft ne ha data una sola.
Chiara e poco equivocabile, come lo sono tutte le spiegazioni che non si perdono in giri di parole ma si fermano alla fine della sesta riga: “Microsoft partecipa con un prestito di 2 miliardi di dollari al gruppo che ha proposto di riportare privato il capitale di Dell. Microsoft è impegnata a garantire il successo a lungo termine dell’intero ecosistema pc e intende investire pesantemente in modi diversi per costruire questo ecosistema per il futuro. Operiamo in un settore in continua evoluzione. Come sempre, continueremo a cercare opportunità per supportare i partner impegnati a innovare e sviluppare business per i loro device e servizi costruiti sulla piattaforma Microsoft”.

Semplice e lineare.
Microsoft risponde con il piglio del generale che non abbandona i suoi soldati in un momento di difficoltà.
Così, se qualcuno si domanda, così come in qualche analisi abbiamo letto, se Microsoft avrebbe agito allo stesso modo in aiuto di una Hp, probabilmente la risposta sarebbe si.

Dietro questa prima considerazione, naturalmente, vengono poi le altre.
Per cui è vero che in questo modo Microsoft acquista un osservatorio privilegiato per valutare come si può ridare impulso a un comparto sotto pressione, come sostiene ad esempio Wall Street Journal, – che per altro sottolinea come né Dell né Silver Lake avessero in effetti necessità dei 2 miliardi di Microsoft per poter portare a termine l’operazione – , così come probabilmente è vero anche che con un impegno di questo tipo, diventerà difficile per Dell cedere alle possibili lusinghe di Google o di Android.
Del resto, it’s business, baby

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