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Microsoft e Xiaomi – intesa in nome dei brevetti (e di Office)

È un accordo importante, quello annunciato in queste ore tra Microsoft e Xiaomi, non tanto e non solo per i numeri in gioco, quanto per le implicazioni che potrà avere sul medio e lungo periodo.

Le due aziende hanno stretto infatti quella che viene definita una collaborazione di lungo periodo, in base ai termini della quale Microsoft cederà qualcosa come 1500 brevetti alla società cinese, in un accordo di tipo cross-license.
Nel contempo, Xiaomi integrerà in bundle Office e Skype nei suoi telefoni e tablet a cuore Android.

Il cross-licensing agreement è un accordo in base al quale due o più parti garantiscono alle altre l’utilizzo di elementi inclusi in uno o più brevetti di cui detengono i diritti.
Si tratta di una tipologia di accordo che viene adottata per evitare cause legali e dispute in merito a possibili violazioni di proprietà intellettuale. Cross licensing significa che nessuna delle parti in causa è obbligata a pagare royalty alle altre, sebbene un accordo ecnomico possa essere in ogni caso alla base dell’accordo nel suo insieme.

Perché è importante

Si tratta di un accordo importante, si diceva, soprattutto per le implicazioni sul lungo periodo: è evidente che prelude all’ingresso del colosso cinese – che ricordiamo negli ultimi quarter è una presenza stabile nelle classifiche dei primi fornitori mondiali di dispositivi mobili, se pure fortemente incalzata, nell’ultimo trimestre da player come Oppo o Vivo – sul mercato nordamericano e in altri mercati avanzati.
Non è stato precisato quali siano i brevetti ceduti da Microsoft: qualche analista ha azzardato l’ipotesi che possa trattarsi dei brevetti legati al mondo Android, anche se sembra improbabile che Microsoft voglia disfarsene in toto.
Appare comunque chiaro che la creazione di un portafoglio prodotti è misura pressoché indispensabile per sostenere gli sforzi espansivi di Xiaomi, finora frenata proprio dai timori di incorrere in questioni legali legate a possibili violazioni di brevetto.
In cambio – e non è cosa da poco – Microsoft acquista la potenzialità di ampliare il suo ecosistema, con nuove partnership e soprattutto con una nuova base di utenti da indirizzare.

Va detto, per evitare ogni equivoco, che dal momento del varo del suo Ip Licensing Program, il programma relativo alla cessione dei diritti di proprietà intellettuale, lanciato nel 2003, Microsoft ha siglato oltre un migliaio di accordi, molti dei quali, negli ultimi anni, relativi proprio al mondo Android.

 

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