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MacBook Retina: i perché di un acquisto importante

MacBook USB-C
Dimensioni e peso ridotti all’osso fanno del MacBook la scelta ideale pr chi cerca la massima portatilità, ma obbligano a qualche compromesso, come la presenza dell’unica interfaccia USB-C

Per chi è il MacBook Retina?

Chi ha da qualche mese acquistato la prima generazione, non è necessario a nostro avviso che pensi già a un upgrade. Chi ha la necessità di un notebook, dovrà pesare le esigenze in termini di portabilità e prestazioni. A meno che non si debbano svolgere altro che le attività basilari di un Mac, ci sembra difficile che il MacBook possa rappresentare l’unica macchina. Lo vediamo più a proprio agio nel tassello di strumento ad alta portabilità che ha il sostegno, a casa o in ufficio, di un bel po’ di muscoli e di pixel “fissi”, ad esempio di un iMac da 27″. Sempre che non servano prestazioni elevate anche on the road, nel qual caso il MacBook Pro è ancora la strada da percorrere.

C’è più sovrapposizione, nell’attuale catalogo Apple, tra il MacBook e il MacBook Air. Non abbiamo avuto modo di provare un MacBook con CPU Intel Core M più veloce, per poter verificare se questa configurazione può essere alla pari o anche superare un Air come velocità: il MacBook da 1,1 GHz non lo raggiunge, seppur non di un’enormità. Il dubbio è che, se pure il MacBook riuscisse a fornire picchi di prestazione all’altezza dell’i5, la più pressante necessità del Core M di regolare la velocità in base al consumo e al calore causerebbe maggiori colli di bottiglia nella performance; inoltre il MacBook Air può essere configurato anche con un i7. In ogni caso, nemmeno il MacBook Air può essere considerato una prima scelta in fatto di prestazioni: le principali considerazioni a favore dell’Air sono le porte (tra le altre, ha anche la Thunderbolt 2) e in generale il prezzo più abbordabile, considerando che un recente aggiornamento del MacBook Air 13″ ha portato la memoria a 8 GB. Il MacBook Air 13″ ha anche una maggiore autonomia della batteria. A vantaggio del MacBook va senz’altro annoverato il display Retina (un plus notevole) e il design più leggero e compatto, oltre che più moderno e accattivante; inoltre il trackpad è dotato di Force Touch.

Una nota sul costo: non si può dire che il cartellino del prezzo non sia proporzionato alla qualità dell’oggetto, perché il MacBook Retina è sicuramente l’ennesimo capolavoro di ingegneria e design progettato a Cupertino; però un investimento di minimo mille e cinquecento euro e che può arrivare a superare i duemila, nella configurazione migliore possibile, rimane oggettivamente impegnativo per un professionista che ne debba valutare l’acquisto probabilmente come secondo computer. L’Apple Store rischia di tornare a essere una boutique esclusiva, almeno per gli utenti italiani.

E l’iPad Pro? Alcuni potrebbero considerarlo un’alternativa al MacBook, nel taglio da 12,9″. Nella prova del primo MacBook Retina, i benchmark di Geekbench dell’iPad Air 2 consegnavano ancora la supremazia nelle prestazioni al Mac, seppur non di moltissimo. Con l’iPad Pro 12,9″ la prospettiva si ribalta: i risultati di Geekbench 3 dell’iPad Pro sono superiori al MacBook; paradossalmente, invece, la maneggevolezza del MacBook potrebbe rivelarsi superiore, soprattutto se entrano in gioco custodie e tastiere esterne per l’iPad. Ma in questo caso a nostro avviso la vera discriminante non è l’hardware, ma il sistema operativo: se iOS (e le app che su di esso girano) possono coprire adeguatamente le esigenze produttive, allora l’iPad Pro può essere un’ulteriore opzione da valutare. Se invece desideriamo che anche la postazione in movimento sia basata su OS X, allora il discorso non si pone.

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