Home Il Mac, i ransomware e il rischio WannaCry: cosa c'è da sapere

Il Mac, i ransomware e il rischio WannaCry: cosa c’è da sapere

Il ransomware WannaCry ha mostrato chiaramente quanto le reti aziendali e i computer dei singoli utenti siano molto più vulnerabili di quanto si creda. È sin troppo facile dare la colpa (a seconda di come la si vede) agli utenti imprudenti che non applicano gli aggiornamenti di sicurezza o proprio del sistema operativo, alle agenzie governative che sviluppano malware, agli hacker ostili che li distribuiscono o a chissà chi. Il dato di fatto è che è molto meglio essere informati e proteggersi. Cerchiamo di capirci qualcosa, allora.

WannaCry tocca anche i Mac?

No, si tratta di un ransomware progettato per diffondersi sulle reti che usano l’implementazione Microsoft di un protocollo (SMB) per il trasferimento file. SMB fa parte anche di macOS, ma qui è leggermente diverso e non ha il punto debole che viene sfruttato da WannaCry.

Ci sono ransomware che attaccano il Mac?

. In passato ce ne sono stati pochi ma nulla vieta di svilupparne di nuovi. La storia recente racconta principalmente di due ransomware pericolosi: FileZip e KeRanger. Il primo si è diffuso presentandosi come una patch per “craccare” applicazioni commerciali in modo da usarle senza pagare. In realtà all’esecuzione cifra i file del disco e poi chiede un riscatto. KeRanger è più subdolo: si è diffuso come un aggiornamento lecito di Trasmission, con tanto di certificato digitale lecito.

Il malware Dok, un esempio di diffusione grazie a una firma di sviluppatore certificato
Il malware Dok, un esempio di diffusione grazie a una firma di sviluppatore certificato

Un anti-malware può proteggermi dai ransomware?

Sì e no. Non si può rispondere nettamente di sì perché il rischio di infezione teoricamente non si elimina mai del tutto. Però è chiaro che più difese si aggiungono più il proprio Mac è solido di fronte agli attacchi. macOS ha già un suo anti-malware integrato con XProtect, che agisce in maniera trasparente, poi se ne possono aggiungere altri.

Esistono anche software che non sono propriamente anti-malware ma che possono evidenziare la presenza di un ransomware. Ad esempio Ransomwhere evidenzia l’azione di qualsiasi applicazione “sospetta” che cifri i file del Mac. È comunque un aiuto.

Ci sono altre cose che posso fare per proteggermi?

. E parecchie. Un ransomware in fondo fa una sola cosa: cifra i nostri documenti sul disco interno del Mac e spesso anche su tutti quelli esterni collegati, direttamente (via USB ad esempio) e in rete. Se questi documenti sono disponibili anche altrove, come in un backup (ovviamente non su un disco collegato direttamente al Mac, altrimenti sarà cifrato pure questo) o in cloud, il ransomware di fatto non rappresenta un pericolo ma una seccatura.

Oltre al backup o al salvataggio in cloud, occorre mantenere sistema operativo e applicazioni sempre aggiornati, per evitare che abbiano vulnerabilità sfruttabili. Oltretutto anche XProtect e gli anti-malware vanno aggiornati in questo modo. Altra misura ovvia (ma ignorata): evitare di cliccare su tutto quello che non sia palesemente lecito. Allegati di posta strani, patch per sproteggere applicazioni, utility immancabili scaricate via torrent… l’elenco è lungo.

Come Ransomwhere segnala l'attivazione di una cifratura illecita
Come Ransomwhere segnala l’attivazione di una cifratura illecita

Un ransomware ha infettato il Mac: devo pagare il riscatto?

No. Anche se moltissimi lo fanno. Innanzitutto non è eticamente giusto, perché si fa il gioco dei criminali e si dà un piccolo ma importante impulso al mercato del ransomware. Poi potrebbe essere inutile: molti ransomware non prevedono affatto la de-criptazione dei file “catturati”. Si paga il riscatto e semplicemente non succede nulla.

La cosa invece da fare è mettere in “isolamento” il Mac scollegandolo da qualsiasi connessione per evitare che il ransomware si diffonda o tocchi altri dischi. Poi bisogna informarsi online (non da quel Mac, ovviamente) per capire quanto il malware che ci ha colpiti si è diffuso e se ci sono forme di reazione possibili. Iniziative come No More Ransom possono portare – in casi limitati, va detto – a tool pre il recupero dei file.

Nel peggiore dei casi il Mac va “pulito” con un anti-malware per eliminare il ransomware (ma noi punteremmo alla formattazione del disco, per evitare ogni possibile rischio) e i documenti persi perché cifrati vanno recuperati altrove.

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