Si introducono sempre più strategie di Information lifecycle management per utilizzare il dato in base alla sua importanza
Il mercato italiano dello storage nel 2007 ha avuto un trend decisamente positivo. I dati del Rapporto Assinform, come ci spiega Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting (che da anni elabora il Rapporto per conto dell’associazione del settore Ict) «evidenziano un comparto in crescita del 4,1%, avendo raggiunto 1,140 miliardi di euro in un mercato nazionale dell’It aumentato solo del 2%. All’interno, la componente servizi sale del 4%, quella software dell’8,3% mentre il vero balzo l’ha fatto l’hardware, passato da un -5,8% a un +2,8%. Questa inversione di rotta evidenzia una serie di fenomeni retrostanti, dei quali il primo è che aumenta l’importanza e il volume delle informazioni e dei dati che vengono creati e scambiati all’interno delle aziende. Le informazioni diventano un fattore rilevante anche per le strategie, in quanto, per esempio, quelle raccolte in ottica Crm servono anche per avere approcci mirati al cliente, per cui assumono una complessiva valorizzazione del dato. Un secondo punto è la maggior selettività del dato nella sua distribuzione all’interno dell’azienda, il che comporta problemi di sicurezza, di identity management e via dicendo. Un terzo elemento è il grado differenziato di importanza dell’informazione rispetto al tempo e alle specifiche esigenze, per cui si introducono sempre più delle strategie di Information lifecycle management (Ilm), che consentono di utilizzare il dato in base al suo ciclo di vita e di importanza nel tempo. Si passa, quindi, da una gestione generica delle informazioni a una archiviazione molto più studiata e basata su tecnologie a supporto, e quindi più strategica».
Quattro sono i driver della domanda che hanno caratterizzato l’evoluzione del settore nel 2007, evidenziati da Capitani. Il primo è quello della semplificazione e della razionalizzazione delle infrastrutture di storage, attraverso processi di consolidamento. «Oggi, infatti, nelle aziende è presente uno storage poco omogeneo, poco standardizzato, molto distribuito, per cui è necessario consolidarlo» afferma. Secondo punto è un’attenzione crescente alla diffusione delle soluzioni di gestione del rischio fisico e logico, quindi l’attuazione di progetti di business continuity, di disaster recovery, la crittografia dei dati su nastro, e tutto questo genera una domanda maggiore di storage intelligente. Terzo trend, l’ottimizzazione degli utilizzi delle risorse di archiviazione elettronica attraverso processi di virtualizzazione. Questi processi sono estremamente importanti perché hanno interessato soprattutto l’ambiente mainframe tecnologicamente più omogeneo, ma si stanno estendendo anche all’ambiente open, che è più eterogeneo. Infine, la quarta tendenza è l’Ilm, quindi la diffusione di soluzioni che consentano la gestione dei dati nel tempo e l’utilizzo dei prodotti di storage in relazione all’importanza, alla movimentazione e al ciclo di vita del dato. Naturalmente questi quattro processi si realizzano in modo differenziato, in relazione al settore economico, alla dimensione delle aziende: è evidente che progetti di virtualizzazione sono maggiormente utilizzati dalle grandi società.
Per quanto riguarda le problematiche legate all’archiviazione, secondo Capitani circa l’80% dei dati è oggetto di una movimentazione scarsa o quasi nulla, per cui lo storage su nastro risulta economicamente più conveniente come gestione rispetto al disco, dal momento che quando i dati non sono utilizzati il nastro sta fermo e non consuma energia, mentre il disco è sempre in movimento. Nello specifico, il comparto dischi e nastri ha evidenziato un andamento leggermente positivo nei ricavi e si attesta su 370 milioni di euro (+2,8%).
Riguardo alle architetture tecnologiche, in area enterprise sono prevalentemente utilizzate le San (Storage area network) mentre sono in leggera crescita, in imprese minori, anche le Nas (Network attached storage), che sono più semplici, in quanto non prevedono la necessità di una specifica infrastruttura di rete per la condivisione delle informazioni, ma sfruttano la normale rete aziendale, e sono meno costose delle San, che invece sono ideali per i servizi transazionali.
Tra le tecnologie, emerge la diffusione del protocollo Scsi su Ip (iScsi), che consente di veicolare le risorse di storage attraverso il protocollo Ip e quindi rendendo lo storage disponibile non solo con la rete locale, ma anche sulle reti geografiche attraverso Internet.





