L’It verde in scena a Milano

ClubTi e Assolombarda fanno dibattere sui datacenter ecologici. C’è chi parla di delocalizzarli in Islanda.

Perché non costruire il data center del futuro su un’alta montagna innevata o in regioni fredde come l’Islanda, in modo da risparmiare buona parte dei costi di raffreddamento, visto che incidono per il 50% sulle spese totali?

La provocazione è emersa dal recente convegno “Green Ict” organizzato da ClubTi di Milano e Assolombarda, con il patrocinio di Provincia di Milano e Regione Lombardia.

L’evento si è aperto con l’intervento di Eugenio Capra, ricercatore del Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano, che ha lanciato la provocazione accennata all’inizio, affermando che effettivamente alcune società stanno spostando i loro data center in Islanda. Una serie di dati e tabelle sui costi generati da un utilizzo energivoro dell’It confermano che effettivamente c’è molto da fare per risparmiare energia, i cui costi, peraltro non essendo di competenza dell’area It, non sono percepiti dai responsabili dell’area.

Quindi bisogna iniziare a pensare e strutturare l’informatica avendo chiaro anche quali sono i costi occulti che certe scelte comportano e qual è la ricaduta sull’ambiente, tenendo presente che per ogni euro speso per un server ne servono più di metà per raffreddarlo.

Mario Costamagna, dell’area Alleanze Strategiche di Telecom Italia nell’osservare che il fabbisogno energetico dell’Italia nel 2007 è stato di 339.839 TWh (Tera Watt ora), ha sottolineato che Telecom risulta essere, dopo Ferrovie delle Stato, il secondo consumatore di energia come gruppo singolo (2,1 TWh) per cui in azienda da tempo c’è molta attenzione sul problema energetico e green. Infatti non solo ogni giorno la società tratta il costo dell’energia con i fornitori, ma ha anche sviluppato una soluzione fatta di software e sensori che consente alle aziende di avere sotto controllo la mappa dei consumi.

Due interventi di realtà come Accenture e Hp hanno puntualizzato come le due realtà siano mobilitate da tempo sulle problematiche green. Tom Morgan, Accenture Technolgy Consulting Europe and Latin America Green It, ha tra l’altro accennato alla serie di tool sviluppati dalla sua società per aiutare le aziende ad affrontare il tema.

Inoltre, ha messo online un test chiamato Green Maturity Assessment attraverso il quale un’azienda può fare un’autodiagnosi sul grado di sensibilità dell’organizzazione verso i consumi energetici e la sostenibilità ambientale. Ha anche sottolineato che virtualizzazione, consolidamento e attenzione allo storage sono tematiche di primo piano su cui fondare le mosse in ottica green It, tematiche peraltro ribadite anche da Klaus Hieronymi, direttore Environmental Business Management Organization di Hp, che ha affermato come la società nell’ultimo anno abbia elaborato nuovi modelli di business in ottica green, a partire dalla propria gestione interna che coinvolge l’intera catena della filiera, compresi i propri fornitori: sono premiati quelli che sono più attenti all’ambiente. Inoltre, attenzione al raffredamento intelligente (smart cooling) dei centri dati, attenzione al consumo di carta con le stampanti (auspicato l’uso di stampa fronte-retro) e recente è l’annuncio di una stampante costruita al 100% con materiale riciclabile.

Manuel Maina product marketing manager di Microsoft, nel concludere la mattinata dell’evento, ha messo l’accento sui benefici della virtualizzazione, sottolineando che se un server normalmente viene utilizzato al 15/20% delle sue capacità, con la virtualizzazione può arrivare al 60/70%, con notevoli risparmi energetici e di spazio ma anche con vantaggi in termini di flessibilità e dinamicità dell’intera azienda. In quest’ottica i clienti stanno cercando di capire come si deve gestire questa architettura, e sul fronte delle soluzioni Microsoft è in prima fila con Windows Server 2008.

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