L’interazione rende l’It efficiente

I risultati di business richiedono la disponibilità al confronto di chi in azienda ha un’impostazione tecnica o più di stampo strategico. Il buon mix raggiunto da Danieli

Di matrice friulana (la sede è a Buttrio, nei pressi di Udine), Danieli
progetta e realizza impianti siderurgici e metallurgici, con filiali e stabilimenti
in tutto il mondo. I quasi 4.000 dipendenti della società possono contare
su un sistema informativo in crescita, che viene seguito da un team di una cinquantina
di persone. «La gestione è italiana – spiega Antonello
Zulian, responsabile del settore Ict dell’azienda -, con alcuni referenti
all’estero, che però si occupano di aspetti secondari
».
Il progetto di internazionalizzazione dell’It è partito da circa
un paio d’anni. «Prima, i sistemi degli uffici oltre confine
erano slegati dai nostri
– aggiunge Zulian -, mentre ora è possibile
tirare le fila di tutti gli aspetti legati al business aziendale
».

Se Zulian ha visibilità sull’impostazione delle infrastrutture
Ict, il lato software e quello ingegneristico sono affidati ad altri colleghi,
ma i livelli applicativo e strutturale tendono a muoversi in modo collaborativo,
puntando a raggiungere obiettivi comuni. Al vertice dell’It, c’è
una figura che guarda alla tecnologia in ottica strategica. «Sino
a qualche anno fa eravamo meno strutturati
– dice ancora Zulian – e
c’è voluto del tempo per far convergere almeno il mondo dati con
quello della fonia. Varie strutture, poi, erano duplicate. Abbiamo inizialmente
puntato all’ottimizzazione delle infrastrutture e, dopo, alla loro unificazione.
Di convergenza vera e propria si parla da circa tre anni e, da allora, la mia
funzione, che faceva parte dei Servizi generali è stata incorporata dalla
divisione Strategical organitation information technology, all’interno
della quale comunichiamo in modo attivo con riunioni settimanali se non giornaliere,
cercando di valutare i diversi punti di vista, tecnologico e di business
».

Ragionamenti comuni che riguardano pianificazione, Roi, esigenze delle varie
linee di prodotto e strumenti a disposizione. «È un confronto
importante tra due visioni molto differenti
– prosegue il manager -, dove
il tecnico porta il suo modo di pensare più prettamente pratico e lo
stratega valuta maggiormente i disegni generali. A volte, singolarmente non
si riescono a vedere certi aspetti, quindi si rischia di operare grossi sforzi
per ottenere piccoli risultati di business. Le buone idee non sempre riescono
a incidere sulle performance. In questi casi, non vale la pena impegnare le
risorse
». Va da sé, che la formazione tecnica porta un responsabile
dei sistemi a un approccio maggiormente scientifico; ciò che conta è
la disponibilità al confronto. «Nell’It aziendale, una
figura strategica serve
– precisa Zulian -. Insieme si riesce a capire
quando un muro è troppo alto per essere superato e come, invece di sbatterci
contro, lo si possa aggirare. Il tecnico, normalmente, non ha una visione globale
della situazione. Per contro, talvolta, le idee dello stratega rischiano di
non essere applicabili alle situazioni concrete
».

Anche nel rapporto con gli utenti, le due figure It misurano i rispettivi punti
di vista. «In generale, gli utenti percepiscono sempre un livello
di servizio basso, visto che l’informatica è ormai diffusa e poco
costosa
– osserva Zulian -. È difficile far capire i motivi
per cui non si forniscono costantemente gli ultimi ritrovati della tecnologia.
Il nostro approccio è pragmatico e osserva regole di sicurezza, fisica
e logica
».
Tecnologia e pianificazione, comunque, non devono rivendicare l’una la
priorità sull’altra, ma interagire. «In questo modo
– evidenzia l’interlocutore – si possono cucire a misura gli abiti
richiesti, spendendo esattamente quanto previsto
». Vero è
che Danieli ha un’approccio flessibile al budget It: ciò che conta
è che i progetti portino vantaggi economici e bisogna essere bravi a
calcolare i ritorni sull’investimento. «In questo campo
– precisa Zulian – il know how si forma quotidianamente in base alle best
practice, a quanto si vede sul campo o segnalato dagli utenti. Negli anni si
sviluppa una certa sensibilità. Su alcuni aspetti il controllo è
molto preciso, su altri, invece, le difficoltà aumentano, come accade
per la parte mobile worker, di cui è difficile avere il controllo. In
questo momento, ci stiamo concentrando sui client, sui sistemi di collaborazione
e sul livello di servizio
».

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