Anche in Italia ci sono esempi che puntano a lavorare con le Università per sviluppare soluzioni. Ma c’è anche chi preferisce il vecchio stile di R&d in casa
Dicembre 2007
Ci vuole intelligenza organizzativa e le aziende italiane che operano nel settore dell’Ict se ne stanno accorgendo. Per sopravvivere sul territorio italiano, per affrontare la concorrenza in settori come questo anche del Far East. Ma sulla Cina ci sono pareri controversi. C’è chi si sente con le spalle coperte e anzi ragiona sul fatto che «c’è solo da aspettare il 2010, quando la moneta cinese non godrà più di certi privilegi e varrà come il dollaro se non l’euro. Allora non sarà più un problema per l’Europa e credo anche che chi è andato in Cina ad aprire fabbriche tornerà amereggiato». L’analisi viene da Roberto Bisello, amministratore delegato della software house vicentina Cash. L’analisi economica arriva dopo un’altra sicurezza: «Noi sviluppiamo software (Recall, un Crm Made in Italy – ndr) e in quest’area non sentiamo la concorrenza straniera. Semmai da qualche mese abbiamo release multilingua per seguire quei clienti che sono andati all’estero».
Qui urge comprensione
Per Bisello l’urgenza impellente oggi è far capire alle Pmi (quelle di elezione e per la soluzione proposta è dai pochi ai 100 dipendenti) l’importanza di avere un Crm in azienda che «per prima cosa permette di far girare le informazioni». Il primo ostacolo sembra, infatti, essere che le piccole aziende «non acquistano perché non capiscono l’utilità di queste soluzioni».
Ma c’è chi – a proposito della concorrenza – la pensa in maniera diversa e individua nell’incapacità di fare massa il vero ostacolo per l’evoluzione dell’Ict italiana. A parlare così è Biagio Passaro, Ceo di Espia (forse più conosciuta per il marchio Voismart) che di intelligence organizzativa, prima ancora che commerciale, ne sta mettendo sul piatto per una necessità fondamentale: aggregare per riuscire a esportare know how italiano (e poi pazienza se si produce a Taiwan).
«Ma aggregare non è semplice – ammette Passaro -. È difficile arrivare ai soggetti giusti (tipicamente imprenditori che vogliono, magari, anche andare a lavorare fuori dai confini italiani – ndr) e poi organizzare una rappresentanza. Nessuno ci dà una mano, mentre altre Nazioni non hanno alcun problema a organizzarsi e a farsi rappresentare».
Organizzare delegazioni
Qui si parla di aggregazione di impresa che in ultima analisi vuol dire vendere all’estero, ma in primis organizzazione di “delegazioni” per farsi conoscere. Espia in questo senso si sta movendo molto con la presenza presso fiere internazionali, sia europee che asiatiche, e il pensiero è: «All’estero non bisogna andare pensando che all’interno della stessa delegazione ci sono concorrenti, bensì come operatori che mettono assieme esperienze e fanno massa». Ma Passaro non demorde. D’altra parte è nel Dna di questa azienda lavorare in filiera con soggetti “particolari”. Non per niente alla base della tecnologia sia infrastrutturale che di soluzioni VoIp ci sta un lavoro di laboratorio che viene direttamente dalle Università (tra cui il Politecnico di Milano e l’Università di Cassina. Ma la collaborazione avviene anche con l’Ateneo di Napoli). È quello che si dice “trasferimento tecnologico” Università/azienda. E che permette a Espia di uscire dal territorio italiano (sul quale, peraltro, ha già ben sviluppato un canale di vendita) e offrire soluzioni all’altezza dei Big.
Chi è Cash
Cash nasce nel 1983 a Vicenza come rivenditore di pc. Dopo l’Erp Arca (coprodotto Artel) punta sullo sviluppo del Crm Recall. 2mila i clienti attivi, mentre ora sta sviluppando un canale con il distributore Digits.
Si chiama Espia
I fondatori di Espia (era il 2002) portano i nomi di Biagio Passaro e Marco Rampognino. L’80% del costo del personale (in azienda sono 30 persone con diversi dipendenti che lavorano presso le Università) è dedicato alla R&d. Tra i distributori che operano in Italia: Alias, Comtel, Ingram Micro e Tecnocael (per un totale di 180 riveditori, installatori e system integrator, specializzati in cablatura wireless. Da annoverare anche uno a Taiwan).





