L’European Data Protection Supervisor boccia Acta

Il problema sono le misure per il controllo della proprietà intellettuale su Internet, che se non attuate adeguatamente minacciano privacy e data protection.

Su Acta arriva il parere autorevole dell’European Data Protection Supervisor, richiesto dal Consiglio.
E non è positivo.

L’opinione evidenzia una mancanza di precisione dell’accordo riguardo le misure da mettere in campo per contrastare le violazioni alla proprietà intellettuale su Internet.
Una mancanza che potrebbe generare applicazioni non consone e con effetti non accettabili sulla tutela dei diritti fondamentali degli individui, così come sono intesi dall’Europa.

Molte delle misure per rafforzare i controlli online implicano un monitoraggio su larga scala del comportamento degli individui o delle loro comunicazioni elettroniche.
Sono quindi ritenute intrusive nella sfera individuale e la loro applicazione potrebbe essere tollerata solamente in caso di necessarietà e comunque proporzionalmente all’obiettivo specifico che si intenderebbe raggiungere.

Interpretando, si deduce che non potrebbero essere applicate “by default”, normalmente, ma solamente su specifiche tematiche, con carattere di urgenza.

Una nota dell’Edps riporta un commento del rappresentante Giovanni Buttarelli, che rimarca come vada invece perseguito un corretto bilanciamento fra le azioni di contrasto alle violazioni della proprietà intellettuale e il diritto alla privacy e alla protezione dati e che “emerge che Acta non riesce nell’intento di rispettare completamente questo equilibrio“.
La sproporzione fra l’obiettivo e le misure di Acta sembra dunque essere il vulnus dell’accordo, la cui ratifica si appresta a essere votata (giugno) dal Parlamento europeo.
Durante questa settimana varie Commissioni parlamentari hanno Acta nell’ordine del giorno dei lavori

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