L’Europa approva la firma digitale, ma si divide sull’e-commerce

I ministri continentali delle telecomunicazioni, riuniti a Bruxelles, hanno dato l’imprimatur alla legislazione che equipara legalmente la firma digitale a quella scritta a mano. Sul fronte del commercio elettronico,invece, emergono divisioni fra paesi.

Passi in avanti, ma solo parziali, per le nuove tecnologie sono emersi
dall’ultima riunione dei ministri europei delle telecomunicazioni, tenutasi
a Bruxelles. Da un lato, è stata formalmente approvata la legislazione che
obbligherà i membri dell’Unione europea a riconoscere la firma digitale e
a
equipararla legalmente a quella scritta a mano. La direttiva dovrà ora
essere implementata (ci vorranno diciotto mesi) e poi potrà fattivamente
dare una spinta allo sviluppo del commercio elettronico sul Continente.
Le firme digitali sono codici integrati ai messaggi elettronici o alle
transazioni e consentono a chi le riceve di identificare e autenticare
colui che le ha spedite, assicurandosi che i dati non sono stati alterati
durante la trasmissione in rete. La direttiva introduce un minimo di regole
di affidabilità per i service provider, che avranno titolo alla definizion
e
di validità dei certificati elettronici. Sebbene la crittografia "public
key" sia oggi la tecnologia più diffusa in Europa, la direttiva Ue non
favorisce alcuna specifica soluzione.
Sul fronte delle regole per la diffusione del commercio elettronico in
Europa, tuttavia, permangono divergenze fra chi vorrebbe una sorta di
autoregolamentazione del mercato e chi, invece, propende per controlli
governativi. Per arrivare a una definizione della materia, dunque, i
ministri continentali hanno dato mandato a Erkki Liikanen, commissario
europeo per la società dell’informazione, di preparare un documento di
linee guida sull’autoregolamentazione, che dovrà essere esaminato alla
prossima Conferenza ministeriale sulla società dell’informazione, in
programma a Lisbona nel prossimo aprile.
Qualche passo avanti, comunque, sarà compiuto prima. A breve, infatti, i
ministri dell’industria del Vecchio Continente dovranno approvare una
direttiva-quadro sul commercio elettronico, che stabilirà principi comuni
sull’affidabilità dei fornitori di servizi nella trasmissione di materiale
più o meno legale. I rappresentanti di Gran Bretagna e Olanda sono stati
fra i più accaniti sostenitori del pieno liberismo, ma la maggioranza dei
membri sostiene una posizione più morbida, che comprende gradi di libert
à
all’interno di un sistema minimamente regolato dall’alto. I ministri di
Spagna e Francia, in particolare, hanno sottolineato come una legislazione
di base serva soprattutto a tutelare in consumatori e ad assicurare meglio
la proprietà intellettuale.

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