L’Erp ha ancora tanto da dire alle aziende italiane

Il gestionale ha ormai una buona diffusione. L’integrazione con la supply chain, il Crm e con la Business intelligence apre nuove possibilità di business

Nonostante per il 2009 sia previsto un generale calo degli investimenti It, Idc ritiene che le ricadute della congiuntura economica sulla componente applicativa saranno minori rispetto a quelle sull’hardware, grazie all’importanza delle soluzioni nel supportare la gestione dei processi di business. In questo scenario, il mercato dei prodotti software gestionali/Erp, seppure maturo, continua a essere attraversato da dinamiche complesse che lo rendono competitivo e lo muovono in più direzioni.

Alcuni trend, quale il consolidamento dell’offerta e la convergenza con altri settori (dal Supply chain management alla Business intelligence) si evidenziano a livello europeo e si riflettono anche sul mercato italiano. Altre dinamiche, come la verticalizzazione delle soluzioni a livello di singole industry, sono più evidenti nel tessuto competitivo del nostro paese, il cui modello, basato sulla specializzazione dei distretti e sulla dinamicità delle Pmi, condiziona anche l’offerta di soluzioni It.

Le sinergie dell’Erp con altre applicazioni di supporto ai processi di business sono la conseguenza di una maturazione del mercato e di un aumento della complessità delle esigenze dei clienti, con la richiesta da parte delle imprese di una maggiore integrazione tra le componenti applicative nel supporto alle attività del business.

Un cammino di integrazione

Le applicazioni Erp hanno una penetrazione elevata nelle aziende del nostro paese appartenenti alla classe superiore ai 50 addetti e buona anche nella fascia tra i 10 e i 50: circa la metà delle aziende italiane informatizzate appartenenti al segmento ha ormai installato un gestionale.

In generale, le realtà del tessuto produttivo italiano, sulla linea delle tendenze a livello europeo, si trovano a fronteggiare esigenze complesse, per cui cercano una risposta presso il proprio fornitore di fiducia.

Integrazione tra dati, informazioni, applicazioni e processi, estensione della catena di fornitura a livello sovranazionale, ottimizzazione dei processi, accelerazione del time-to-market, sono tutti fattori che spingono nella direzione dell’utilizzo di applicazioni più evolute e che orientano il mercato Erp verso un’integrazione con le componenti di Scm, Crm, Business intelligence. Ma anche con funzionalità di document management (si pensi alla fatturazione elettronica/conservazione sostitutiva) e applicazioni di collaborazione (con i clienti, sotto la spinta dai paradigmi del Web 2.0, e internamente, per estendere la comunicazione con gli attori della catena della fornitura, sempre più estesa).

Di conseguenza, stiamo assistendo a crescenti processi di consolidamento nell’offerta. Il mercato che è stato più interessato da questo processo è quello della Business intelligence, a partire dal 2008 caratterizzato dalla quasi completa scomparsa dei cosiddetti “pure player”: i principali vendor hanno scelto la strategia di ampliare le propria offerta per includere nuove funzionalità sempre più richieste dalle imprese, facendo leva sull’ampia base installata. Il fenomeno ha riguardato anche alcuni fornitori nazionali di Erp.

In ambito Scm il processo di convergenza con l’Erp è in gran parte avvenuto, anche se non è stato attraversato in maniera forte dai processi di consolidamento dell’offerta. Si è, invece, realizzato attraverso l’estensione delle soluzioni Erp, la verticalizzazione e l’ampliamento dell’offerta dei vendor con nuovi prodotti e funzionalità. Sul mercato italiano l’apertura funzionale dei prodotti in ottica “estesa” è avvenuta sia con sviluppi interni, sia tramite l’integrazione con applicativi di terze parti, con un ruolo importante dei player locali.

Allo stesso tempo, alla prima fase di verticalizzazione dell’Erp avvenuta negli anni scorsi è seguita un’ulteriore verticalizzazione interna alle singole industry.

Dal punto di vista del “go-to-market” fondamentali sono le strategie indirette, in particolar modo per un mercato complesso e frammentato come quello italiano.

I player globali appaiono ben posizionati nel far valere la propria capacità di “partner aggregation”, espressa non solo con gli investimenti sul canale indiretto, ma anche valorizzando le posizioni di forza acquisite su altri fronti del mercato It. Pure per i local player si è assistito a un’evoluzione da modelli basati su approcci diretti (non per tutti, ma per la maggior parte dei player locali, sì) a modelli misti, che coniugano orientamenti diretti e sinergie con partner qualificati. Inoltre, lo stesso canale indiretto si configura sempre più come formula “consortile”: se i partner sono più coinvolti nelle attività di sviluppo e non solo di vendita, si punta a fare in modo che le verticalizzazioni vadano a beneficio dell’interno consorzio, con iniziative di collaborazione, che chiedono, tuttavia, sforzi di coordinamento a livello centrale.

In questo scenario, si potenzia il ruolo dei Var e degli Isv, che integrano soluzioni in piattaforme standard, e il bilanciamento con i loro interessi è una sfida per i vendor internazionali, che devono coniugare i propri obiettivi, dati dal numero di licenze vendute, con quelli dei partner, legati ai progetti e orientati a massimizzare le esigenze dei clienti. Il superamento di questo gap può rappresentare un salto in avanti per la loro crescita sul mercato italiano delle Pmi.

Le forze che agiscono sull’Erp

Per quanto riguarda le prospettive di crescita e le opportunità per il mercato Erp, diversi fattori condizionano lo scenario a venire.

Il primo è l’internazionalizzazione. La globalizzazione dei mercati offre opportunità alle imprese: la maggior parte degli operatori ha, nel parco clienti, aziende che hanno localizzato il prodotto nelle filiali estere e si è dovuta confrontare con una crescente complessità dei processi (in particolare, quelli di fornitura) e con nuove esigenze a cui le soluzioni Erp devono rispondere.

Poi ci sono le Service oriented architecture. Di fronte alla maggiore complessità dei processi, le applicazioni devono minimizzare le difficoltà di integrazione e rispondere ai cambiamenti del business: per questo si intravedono prospettive per la diffusione delle Soa, che permettono di aggiungere in modo rapido componenti applicative nuove (Crm, Business intelligence), perfettamente integrate con l’Erp e gestibili attraverso un’unica interfaccia.

Un terzo fattore è costituito dagli standard aperti. Dal punto di vista tecnologico, il loro supporto è un obbligo; il multipiattaforma, infatti, appare necessario per giocare un ruolo di fronte alla eterogeneità degli ambienti infrastrutturali.

Infine, il futuro è nel riconoscimento a radiofrequenza. Si intravedono, infatti, buone possibilità di diffusione per tecnologie legate alla gestione della supply chain, quale l’Rfid, che con il tracciamento dei processi a monte e a valle permette di perseguire la massima efficienza e flessibilità nelle fasi di pianificazione ed esecuzione della catena.

Un discorso a parte lo merita l’evoluzione della modalità di delivery delle applicazioni, la quale evidenzia la crescita di nuovi paradigmi dell’offerta, che si allontanano dalle tradizionali soluzioni “a pacchetto” (on premise), come il Software as a service, sviluppato e concepito per il Web. Il modello prevede una condivisione dell’infrastruttura e un’erogazione delle applicazioni in modalità “one to many”, con il vantaggio di pagare solo un canone di sottoscrizione, senza dover sostenere i costi per l’acquisto delle licenze, il mantenimento e il supporto.

I benefici del modello “as a service”, oltre che di tipo economico, sono legati a una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle applicazioni a supporto dei processi di business, alla rapidità di implementazione e alla possibilità di usufruire di soluzioni nuove e aggiornate a prezzi contenuti: per questo motivo si intravedono prospettive di diffusione tra le Pmi.

Inoltre, nella congiuntura economica che stiamo attraversando, il modello Saas risponde a requisiti che i clienti ricercheranno sempre più nell’offerta, ovvero la correlazione dell’investimento/acquisto con il rendimento/beneficio (prezzo legato all’utilizzo); costi limitati e rischio meno elevato (costo variabile, senza grandi investimenti infrastrutturali); flessibilità (utilizzo in base alle fluttuazioni della domanda).

Non mancano fattori critici alla diffusione delle soluzioni: in primis la quasi completa mancanza di possibilità di personalizzazione, che rende il modello “as a service” poco applicabile per un’offerta di Erp estesi e ne limita l’applicazione alle componenti più standardizzabili e meno legate ai processi (Crm, Human capital management). Gli operatori dovranno, inoltre, essere in grado di garantire un efficiente servizio di supporto, Service level agreement nonché garanzie di protezione e sicurezza delle informazioni.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome