Il sistema gestionale tra spinta all’innovazione e leva di supporto

Da necessità di base a strumento fondamentale per la competitività. Così il gestionale deve continuare il suo percorso di trasformazione

Oggi l’Erp può essere usato per fare innovazione o viene limitato all’ordinaria gestione? C’è chi non ha dubbi, come Renato Ottina di Ibm, che afferma «la maggior parte delle aziende ha capito che il sistema gestionale può rappresentare un elemento chiave per competere», o come Andrea Ghezzi di Rtt, secondo il quale «l’It ha raggiunto la maturità tecnologica per poter essere considerata un passo avanti rispetto a una necessità di base».

Possibilista è Paolo Aiello di Avanade: «Dipende dalla tipologia d’azienda. Le realtà che offrono prodotti la cui differenza di valore non è percepita dall’acquirente costruiscono la loro competitività solo tramite il costo. In tal caso, l’Erp è uno strumento di ottimizzazione. Laddove un’impresa proponga “prodotti” con una forte caratterizzazione, l’Erp è visto più come strumento operativo, flessibile, a servizio delle divisioni marketing e commerciali».

Per Alberto Bergamini di Accenture, «dipende dalla realtà aziendale, in termini di dimensione, cultura, segmento. Rimanere ancorati a vecchi schemi o investire di meno non è una soluzione per uscire dalla crisi. Il processo di consolidamento su piattaforme Erp non può che continuare».

Anche per Daniele Gennari di Axception, «dipende dal target. Comunque, la sensibilità sta cambiando. L’innovazione, le nuove soluzioni della rivoluzione mobile, delle comunicazioni anyware, stanno entrando nella mentalità comune».

Antonio Ziliani di Capgemini Italia pensa, poi, che «il passaggio chiave è quello che va da uno schema in cui il gestionale vive di riflesso le decisioni di business e organizzative, cioè l’impresa usa l’It, a uno in cui il sistema è veicolo di cambiamenti organizzativi e di processo. È nella seconda logica che il sistema gestionale rappresenta un motore dell’innovazione».

Per Roberto Portelli di Connexò, «in molte aziende, gli investimenti in tecnologia vengono considerati come una conseguenza del miglioramento dei risultati aziendali. La tecnologia assume le connotazioni di commodity, centro di costo. Solo inserendola tra gli asset aziendali e includendola nei piani strategici, come le risorse e l’organizzazione, può essere innescato un processo virtuoso di generazione di crescita, sviluppo e innovazione».

Secondo Luca Pirovano di Deloitte Xbs, «ci sono aziende che vedono nell’It un costo e altre che, invece, vi hanno basato la competitività. La situazione attuale potrebbe essere una molla per intraprendere con coraggio questa seconda via».

Vito Farinola, di Exprivia, considera che «spesso, l’investimento in Erp è ancora legato alla necessità di base di gestire volumi elevati di informazioni. Tuttavia, si inizia a registrare una maggiore consapevolezza riguardo all’importanza di una soluzione Erp in grado di analizzare e suggerire gli interventi puntuali per la competitività aziendale».

In base all’opinione di Francesco Pica, di Opera 21, «solo un sistema Erp aiuta le aziende a rendere evidenti tutti i valori tangibili e intangibili» e, per Luigi Luoni di Reply, «magari è difficile ammettere che nel proprio software vi sia margine di miglioramento, ma è necessaria una costante azione di adeguamento alle evoluzioni dell’azienda, del mercato e delle normative che lo regolano, per continuare a essere competitivi ed efficaci».

Enzo Tassano di Unisys, infine, valuta che «l’Erp deve superare la logica bipolare It-business. Per fare questo, le imprese dovranno riuscire a coniugare due fattori abilitanti: da una parte ottenere il massimo commitment possibile da parte del top management, dall’altra promuovere la presenza a livello progettuale di un forte punto di riferimento per gli Erp nella propria organizzazione, spesso identificabile con il Cfo».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome