Le tre proposte di Caio per lo sviluppo della banda larga in Italia

Il piano presentato al Governo. Fra le ipotesi, lo scorporo della rete fissa di Telecom. L’opinione di Assoprovider.

Francesco Caio ha consegnato al Governo, nelle persone del ministro dello Sviluppo economico Scajola e del sottosegretario Paolo Romani, il rapporto Opzioni di politica industriale per la banda larga, a lui commissionato lo scorso mese di ottobre.



Si tratta di un documento di circa un centinaio di pagine, nel quale vengono analizzati sia lo stato attuale della banda larga nel nostro Paese, sia le strade percorribili per favorirne un più rapido sviluppo.



Tre gli scenari proposti da Caio, ciascuno dipendente dai reali obiettivi che il Governo si propone in materia su un arco di cinque-sei anni.

Le tre ipotesi
La prima ipotesi, quella più ambiziosa, si pone come obiettivo il raggiungimento della leadership europea, tramite la creazione di un’azienda di rete per coprire cento città, per arrivare al 50% delle case. La rete dovrebbe essere di tipo Ftth (fiber to the home), ovvero integrare fibra ottica e rame.
Questa ipotesi include dunque la possibilità di scorporo delle rete fissa di Telecom Italia, ipotesi sulla quale forte è stata finora la contrarietà da parte dell’amministratore delegato del Gruppo Franco Bernabè.



La seconda ipotesi, meno ambiziosa della prima, non punta alla leadership, ma all’allineamento con la situazione europea. In questo caso si parla di copertura del 25% delle case, con una rete in fibra di nuova generazione.



La terza ipotesi, ancor più conservativa, promuove invece la nascita di reti locali, grazie anche alle partnership con i privati.



Il commento di Assoprovider
Proprio in merito alle ipotesi del piano Caio, nei giorni scorsi Assoprovider aveva emanato una nota nella quale si caldeggiava la realizzazione di una Ngn in modalità Ftth, con una ipotesi di gestione “wholesale disaggregata con accesso non discriminatorio per tutti gli operatori”.



In particolare, Assoprovider non identifica nella sostituzione di un monopolista nazionale con un monopolista locale la soluzione migliore per superare il digital divide. Per questo motivo, richiamando alla necessità di chiarire sempre e comunque costi complessivi (Capex, Opex), fonti di finanziamento, natura ed entità dei soggetti coinvolti, Assoprovide auspica la creazione di infrastrutture a disposizione paritetica di tutti gli operatori, senza che le pubbliche amministrazioni eroghino i servizi TLC direttamente alle utenze, né per mezzo di controllate appositamente create.

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