
Dopo Confindustria anche gli artigiani presentano un documento per il prossimo esecutivo
La strada che porta all'Italia nuova, secondo Cna, passa attraverso la promozione all'imprenditorialità, l'apertura dei mercati e conduce, ovviamente, alla riduzione della pressione fiscale senza dimenticare la riduzione della spesa pubblica, la diminuzione dei costi della politica e l’indispensabile semplificazione della vita delle pmi. Per questo la Confederazione nazionale degli artigiani ha formulato le sue richieste al governo che verrà.
Questi gli undici punti del documento.
Promuovere l'imprenditorialità
È il punto 1. Da accompagnare al sostegno dell'attitudine al rischio di chi decide di impiegare le proprie risorse in un progetto che lo veda protagonista. Secondo Cna, è compito della politica garantire la libertà di intraprendere superando la visione che privilegia il lavoro dipendente e che motiva e giustifica trattamenti disuguali sotto il profilo dei costi e dei benefici contributivi e fiscali e delle tutele di natura previdenziale.
Aprire i mercati
Eliminare i monopoli, le rendite di posizione, promuovere la concorrenza. Imprese e cittadini devono poter trarre vantaggio dai benefici delle liberalizzazioni nei settori di maggiore impatto: banche, assicurazioni, servizi pubblici, energia, ordini e professioni.
Ridurre la pressione fiscale sulle Pmi.
Sì alla riduzione progressiva delle aliquote Irpef al fine di sostenere i consumi e la domanda. Serve poi trasformare l'Irap in tributo statale aumentando la franchigia dall'imposizione per accrescere il numero dei soggetti esenti e consentire la deducibilità del costo del lavoro e degli interessi passivi per le imprese più piccole; ma anche introdurre un sistema di incentivi a favore di chi apporta capitale proprio e investe nel fattore umano. Quindi premiare la fedeltà fiscale e creare un clima di reciproca fiducia tra amministrazione finanziaria e contribuente.
Riqualificare e ridurre la spesa pubblica
La spesa pubblicava abbattuta e va promossa una sua maggiore qualificazione. Prioritario orientarla verso gli investimenti, le infrastrutture, la mobilità, la ricerca, l'innovazione.
Diminuire i costi della politica
E necessario per uno stato nuovo, efficiente e capace di decisione. I livelli amministrativi e decisionali si sono moltiplicati. Va ripensato il numero e le funzioni dei livelli amministrativi nell'esclusivo interesse del cittadino e delle imprese.
Semplificare la vita alle piccole imprese
Passare dall'amministrazione che autorizza all'impresa responsabile. Ridurre drasticamente la selva di adempimenti e norme spesso incerte, ripetitive, contraddittorie. Necessaria una legislazione non più prescrittiva ma precettiva, impegnando l'amministrazione esclusivamente sulla normazione e sui controlli.
Aumentare i livelli competitivi delle piccole imprese.
Si tratta di sostenere il funzionamento delle filiere produttive e la costruzione di sistemi a rete e aggregazioni nelle quali ciascun imprenditore possa rimanere protagonista; adottare soluzioni tecnologiche e organizzative innovative; accedere ai mercati con approcci e capacità riservate a imprese di maggiori dimensioni. Un impegno particolare deve essere dedicato a diffondere la cultura dell'innovazione e della qualità nell'operare quotidiano di tutti i soggetti: p.a., imprese e cittadini.
Definire una nuova concertazione che riconosca il pieno ruolo delle pmi.
Oggi tutte le componenti vitali del paese esprimono una forte domanda di cambiamento e di rilancio che impone di superare l'ingorgo di veti e di condizionamenti. Una nuova stagione della concertazione non è più concepibile con un modello di rappresentanza obsoleto, frammentato e autoreferenziale. La piccola impresa deve poter esprimere un peso commisurato al contributo che fornisce nell'economia del paese.
Nuova strategia di sviluppo sostenibile
Sì a una politica energetica che combini l'aumento dell'offerta, l'efficienza e l'ecocompatibilità delle fonti. Necessario liberalizzare definitivamente i mercati energetici per ridurre i costi per le imprese e rivedere in senso perequativo la fiscalità energetica, oggi troppo gravante sulle pini. Le piccole imprese possono efficacemente contribuire a raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto e di quello di Montreal.
Nuovo patto sociale per il lavoro
Un nuovo patto che coniughi competitività e flessibilità con sicurezza e protezione. Va esaltato il molo delle parti sociali nei compiti di regolazione dei rapporti, nella gestione degli strumenti di solidarietà e sussidiarietà, nell'attivazione di un sistema di relazioni che favorisca la coesione sociale. E vanno sollecitati e sperimentati percorsi contrattuali innovativi e adeguati per garantire il coinvolgimento delle parti sociali attraverso la semplificazione della rappresentanza.
Garantire legalità e sicurezza
La garanzia di condizioni di legalità e sicurezza è un prerequisito per lo sviluppo civile ed economico del paese e per l'attrazione di investimenti. Nelle aree dove la situazione è maggiormente deteriorata, servono misure straordinarie di contrasto e un impegno vigile di tutte le componenti sane. Il contrasto al lavoro nero e al sommerso deve proseguire con determinazione ed è indispensabile intervenire sul sistema giudiziario per assicurare tempi celeri nei processi civili.