Le nuove norme sull’insolvenza che valgono soprattutto per l’estero

Regole più moderne andrebbero ad aumentare efficienza ed efficacia delle procedure transfrontaliere d’insolvenza, che secondo le stime Ue riguardano ogni anno 50.000 società in tutta l’Unione.

La Commissione europea ha proposto nuove
norme per modernizzare le regole europee sull’insolvenza transfrontaliera. Ricordiamo che le attuali norme risalgono al 2000. Basandosi sull’esperienza dei dieci anni trascorsi, le nuove sposterebbero l’attenzione
dalla liquidazione verso una nuova impostazione che aiuti le imprese a superare
le difficoltà finanziarie, proteggendo al contempo il diritto dei creditori a
recuperare il loro denaro.

Le nuove
norme andrebbero ad aumentare efficienza ed efficacia delle procedure
transfrontaliere d’insolvenza, che secondo le stime riguardano ogni anno 50.000 società in tutta l’Unione europea.

Circa la
metà delle imprese ha una durata di vita inferiore a cinque anni, mentre sono circa
200.000 le imprese che falliscono ogni anno nell’Ue, ovvero quasi 600 società al
giorno; un quarto di questi fallimenti presenta un elemento transfrontaliero.
Ma i fatti dimostrano che gli imprenditori che falliscono imparano dai loro
errori e hanno in genere più successo la seconda volta: il 18% di quelli che
proseguono l’attività con successo hanno fallito al loro primo tentativo.

La revisione
del regolamento Ue sulle procedure d’insolvenza intende modernizzare le norme
vigenti affinché sostengano la ristrutturazione dell’impresa in difficoltà e
creino un clima proficuo per le aziende, soprattutto in tempi di crisi
economica. L’intervento adatterà il regolamento agli
sviluppi intervenuti nei diritti fallimentari nazionali, in particolare per le
aziende fortemente indebitate. Anche gli interessi dei creditori possono essere
meglio tutelati con la ristrutturazione, poiché essa consente di aumentare le
loro probabilità di recuperare il denaro, che altrimenti rischierebbe di essere
disperso in una liquidazione.

La modifica
porterà altresì maggior certezza giuridica, chiarendo le norme che determinano
la competenza giurisdizionale e
garantendo che, ove un debitore sia oggetto di procedure d’insolvenza in più
Stati membri, i giudici responsabili delle varie procedure lavorino a stretto
contatto tra loro. Sarà migliorata l’informazione verso i creditori, mediante
l’obbligo per gli Stati membri di pubblicare le decisioni più importanti, come
ad esempio quelle sull’apertura delle
procedure d’insolvenza
. Queste modifiche miglioreranno l’efficienza e
l’efficacia complessive delle procedure d’insolvenza transfrontaliere.

Nei casi di fallimento non fraudolenti, si potrà
pensare ad un termine per la remissione del debito e a delle restrizioni legali derivanti dal fallimento
tali che, in caso di insuccesso, l’attività imprenditoriale non si concluda come
una “sentenza di condanna a vita”.

La proposta
di regolamento passa ora al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Ue per il
dibattito legislativo e l’adozione.

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