Le imprese italiane e la comunicazione

Aumenta, fra le aziende di casa nostra, il livello di soddisfazione legato all’utilizzo di soluzioni di Unified Messaging, ma il grado di complessità nella comunicazione resta elevato. Questi i principali risultati emersi da una recente indagine commissionata da Topcall alla società di ricerca Sirmi

6 giugno 2002 Cresce il numero delle tecnologie presenti sul
mercato utili per accedere alle informazioni, e con esse aumentano i fattori di
complessità da gestire. Allo scopo d’indagare su quelli che vengono definiti
processi di comunicazione – su quanto sono intensi all’interno di un’azienda e
su quali strumenti si basano – Topcall ha commissionato a Sirmi una ricerca ad
hoc. Dopo aver promosso un anno fa un primo studio teso a indagare la diffusione
di sistemi di Unified Messaging all’interno delle aziende italiane, il fornitore
di soluzioni per gestire e uniformare qualsiasi tipo di comunicazione tramite
canali innovativi, ha scelto di andare oltre.

La metodologia
adottata

Condotta dalla società di ricerca Sirmi, l’indagine ha
coinvolto un campione rappresentativo composto da un centinaio di aziende
strutturate su più sedi, provenienti da settori quali finanza, industria,
commercio, servizi e Pa, che al loro interno impiegano più di 200 dipendenti e
utilizzano almeno un pc. Marketing & Vendite e
Amministrazione & Finanza le funzioni aziendali che generano la
maggioranza dei flussi comunicativi, rispettivamente nel 44,6 e nel 41,6% dei
casi. «Decisamente poco confortanti – secondo Enrico Acquati, direttore
della ricerca Area Mercati di Sirmi – i rimanenti risultati dell’indagine
condotta
».

La comunicazione interna
Se da una
parte emerge, infatti, che accanto a strumenti tradizionali quali telefono e
fax, la posta elettronica ha assunto una posizione prevalente in quella che è la
comunicazione interna che intercorre fra le diverse funzioni aziendali, non
mancano anomalie come quella dell’utilizzo (nel 35,6% dei casi) della posta
ordinaria e (nel 10% dei casi) del postel. Alla richiesta di quali siano le
problematiche principali riscontrate nella comunicazione interna, inoltre, non
solo risulterebbe una scarsa percezione di quest’ultime, ma solo nel 14% dei
casi, i problemi riscontrati sarebbero di natura operativa e si riferirebbero
esclusivamente all’eccessiva presenza di carta. Nella stragrande maggioranza dei
casi la soluzione consigliata dai soggetti intervistati volge verso la richiesta
agli operatori di mercato di soluzioni più semplici da utilizzare e, nel 32% dei
casi di una maggiore integrazione fra gli strumenti diffusi. Poveri di contenuti
comunicativi e incentrati ancora su una visione prettamente tradizionale gli
strumenti utilizzati dai soggetti aziendali mobili interpellati che, nella
maggioranza dei casi, utilizzano ancora telefono e posta
elettronica.

La comunicazione esterna
Sostanzialmente
immutati, rispetto ai precedenti, i dati inerenti le tecnologie e gli strumenti
utilizzati dai soggetti aziendali per comunicare verso l’esterno, anche se
cresce ulteriormente la percentuale degli utenti (pari al 92%) che utilizzano la
posta ordinaria insieme a telefono, fax ed e-mail. Ancora una volta, i problemi
percepiti sembrano coinvolgere sono una minima parte del campione che,
immancabilmente, finisce per identificare ‘l’incubo della carta’ tra le esigenze
più sentite.«Insomma – conclude Acquati – quella percepita è una
assoluta e totale sottovalutazione del valore sotteso alla comunicazione fra le
aziende e quelli che sono i suoi interlocutori interni ed esterni. Basti pensare
che, se il 73,6% di questi auspicano un qualsiasi genere di soluzione al solo
scopo di rendere più efficienti i flussi comunicativi fra i diversi soggetti,
solo una minima parte indica tra i benefici possibili l’impiego di personale in
mansioni più produttive, con un evidente risparmio dei costi
».
Il dato
più sconfortante? Il 50,4% degli interpellati che si sono mostrati poco o per
nulla interessati a un eventuale processo d’integrazione per rendere la
comunicazione maggiormente fruibile, sostengono di averlo fatto in quanto
privi di esigenze specifiche.

Conclusioni
Non conforta, a
questo punto, che sull’universo indagato il 13,2% abbia affermato di utilizzare
soluzioni di Unified Messaging e di esserne estremamente soddisfatto. «Non a
caso
– ha sottolineato Maurizio Brandi, responsabile del coordinamento
delle attività tecnico commerciali del Nord Italia di Topcall – sono ancora
pochi i soggetti del mercato che hanno compreso che, per abbassare i propri
costi, le informazioni andrebbero condivise in maniera efficiente, attraverso
soluzioni multicanale. Ma, ancora una volta, l’ostacolo più rilevante alla
diffusione è la diffidenza culturale che permea questo genere di soluzioni
basate su applicazioni esistenti, Sms e mailbox in primis
».
«A
percepirle come fattori competitivi, spesso e volentieri sono i soggetti della
media, grande impresa, come Compaq
– ha spiegato Luigi Diamanti,
responsabile dell’area Centro Sud Italia di Topcall -. Proprio con questa
azienda abbiamo recentemente firmato un accordo per fornire la nostra soluzione
che è stata implementata all’interno del loro Sistema di Gestione Antifrode
dedicato alle aziende di telecomunicazione. Ma all’appello mancano ancora
numerosi soggetti del mercato
».

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