Le aziende al femminile resistono alla crisi

Stando ai dati dell’Osservatorio sull’Imprenditoria Femminile di Unioncamere, nell’ultimo anno, nonostante difficile situazione economica, le imprese “in rosa” sono cresciute a un ritmo superiore alla media dell’imprenditoria nazionale con forme più mature di impresa.

Eppur si muove. A un ritmo di crescita dello 0,7% ben al di sopra dello scarno 0,2% riportato nei dodici mesi intercorsi tra giugno 2010 e giugno di quest’anno dall’imprenditoria maschile di casa nostra, le imprese “in rosa” italiane non solo hanno resistito alla crisi ma hanno incrementato di 9.815 unità l’universo al femminile che caratterizza le aziende italiane.

A dirlo sono le rilevazioni dell’Osservatorio sull’Imprenditoria Femminile di Unioncamere che, ormai assunta una cadenza trimestrale, nel periodo aprile-giugno di quest’anno fotografa uno scenario in cui le imprese guidate dal gentil sesso ammontano a 1.430.900, pari al 23,4% di tutte le imprese registrate presso le Camere di commercio.

A guidare la classifica ci pensa il Lazio, con un incremento di 2.162 imprese in più rispetto ai pur sempre lodevoli risultati riportati da Lombardia (+1.406) e Veneto (+1.313). Tuttavia, nonostante queste tre regioni realizzino quasi il 50% di tutto il saldo positivo del periodo esaminato, la regione più dinamica risulta essere la Calabria, con un incremento superiore all’1,6%.

Restando in Meridione è qui che spiccano i valori più elevati di femminilizzazione del tessuto imprenditoriale con un picco particolarmente alto (30%) in Molise, seguito da Abruzzo e Basilicata, entrambe con il 27,7% delle attività economiche regionali “in rosa”. Fuori dal Sud, la regione più femminile è l’Umbria (25,9%), mentre il primato al Nord è detenuto dalla Liguria (24,6%).

Ancora una volta, ad attrarre maggiormente l’universo femminile sono settori tradizionali come quello delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione che, con 3.086 imprese in più registrate nel periodo analizzato, supera di gran lunga anche le pur pregevoli 1.493 nuove attività immobiliari inaugurate con un netto aumento di consorzi (+5,3%), società di capitale (+4%) e cooperative (+3,1%) quale segno della modernità nel modo di fare impresa.

La stessa che Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, legge in chiave oltremodo positiva giudicando in una nota ufficiale “la maggiore partecipazione delle donne alla vita produttiva una risorsa importante per contribuire a rilanciare la crescita dell’Italia e riavvicinare il nostro Paese agli standard europei”. Non senza un adeguato sostegno con strumenti di Welfare ma anche di tipo finanziario contro gli ancora troppi ostacoli che limitano le donne nell’esprimere la propria professionalità nel mondo del lavoro.

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