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Le auto Dallara in pista guidate dai digital twin di Lenovo

L’alta capacità elaborativa dei sistemi Lenovo per i digital twin che Dallara genera per disegnare bolidi sempre più performanti, ma con la sicurezza al centro. Sia nelle piste, sia su strada

La tecnologia al volante come strumento per alte performance, ma con la sicurezza al centro. Il digitale è un ingrediente che ormai è diventato fondamentale per Dallara, l’azienda di Varano de’ Melegari, in provincia di Parma, che progetta la maggior parte delle auto che corrono nei campionati di tutto il mondo. Auto che corrono in condizioni estreme di velocità e dove la struttura di aerodinamicità e di efficienza non può e non deve cedere a compromessi con la sicurezza del guidatore e per la cui progettazione nessuna informazione o dato deve essere trascurato.

E proprio in questo le tecnologie Lenovo vengono in grande aiuto, mettendo a disposizione di Dallara una crescente potenza di calcolo, consentendo di creare e modellare prototipi di auto proprio sulla base delle tantissime variabili e dati raccolti su pista o nei laboratori.

Alessandro de Bartolo
Alessandro de Bartolo

“La lungimiranza di Dallara nell’utilizzo dell’IT per la progettazione delle auto sta portando a una collaborazione crescente con Lenovo che vede un’evoluzione esponenziale della potenza di calcolo installata per il disegno dei propri modelli, grazie all’uso dei nostri sistemi di high performance computing, ma che si estende alle dotazioni interne all’azienda stessa, che vanno dai device al cloud, un private cloud attraverso il quale Dallara gestisce gran parte delle proprie attività” afferma Alessandro De Bartolo, country general manager Italy Infrastructure Solutions Group di Lenovo.

Lenovo e Dallara, una collaborazione che cresce e si stringe sempre di più

Un rapporto, quello tra Dallara e Lenovo, che è iniziato nel 2012 e che sta crescendo sempre di più, a constatazione di come il digitale sia reale strumento per fare innovazione. Una riprova che l’azienda sta vedendo soprattutto per la realizzazione dei digital twins dei diversi modelli progettati secondo le tantissime variabili utilizzati poi nei vari crash test virtuali per i tanti marchi per cui lavora, guadagnandoci in tempi e costi, oltre che in sicurezza dei piloti.

“In Dallara progettiamo tutte le auto che corrono nei principali campionati di tutto il mondo, dalla Formula 2, Formula 3, Super Formula e Formula E e contribuiamo alla realizzazione di alcune macchine anche per la Formula 1 – dichiara Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Dallara -. Contesti dove la progettazione della struttura dell’auto è essenziale. Basti pensare che solo il 15% della prestazione di un’auto è dovuto al motore, mentre il resto si divide tra il 35% che è dovuto al peso e ben il 50% che dipende dall’aerodinamica. Noi non costruiamo motori, noi interveniamo sul peso e sulla struttura. Il motore viene scelto successivamente, dal committente o indicato da noi, sulla base di questi due elementi”.

dallara museo

I simulatori Dallara affamati di dati danno consulenza alle grandi marche delle auto da corsa

Ma il business di Dallara non è solamente nella realizzazione delle auto da corsa, che pesa per il 50% del totale. L’altra metà del business consiste nei servizi di consulenza che l’azienda fornisce alle case produttrici per la costruzione delle proprie auto da pista o supercar, con nomi quali Alfa Romeo, Audi, Bugatti, Ferrari, Lamborghini, Maserati, Porsche.

“Una consulenza che possiamo dare dalla mole di dati che riusciamo raccogliere costantemente. O Ogni weekend, infatti, abbiamo circa 300 nostre auto che corrono sulle piste di tutto il mondo, il che ci consente di raccogliere un’enorme quantità di dati che ci servono per validare i digital twin: più dati ci sono e maggiori sono le accuratezze dei modelli matematici su cui possiamo lavorare – dettaglia Pontremoli -. Modelli che riescono a date un ciclo breve di feedback, positivo o negativo che sia. Tutto il nostro successo, infatti, va anche sull’attenzione che viene data all’errore. Con i digital twins e le simulazioni digitali riusciamo a sbagliare molto, velocemente e a basso costo, ricavando informazioni preziosissime, imparando e migliorandoci in continuazione”.

Più si sbaglia, e più si migliora. Dallara grazie a Lenovo lo fa velocemente e a basso costo

Errori importanti per crescere, e sbagliare attraverso la tecnologia consente di fare tanti errori in breve tempo e a basso costo, velocizzando il processo di miglioramento e di successo.

La galleria del vento è uno di quegli strumenti che consentono di sbagliare a basso costo, maanche i calcoli strutturali consentono di fare altrettanto.

Un esempio concreto ed evidente sono i crash test che un tempo venivano effettuati, più volte, su macchine di prova, che hanno un costo molto elevato. Oggi, con l’ausilio della tecnologia, Dallara riesce a prevedere e costruire macchine con già l’errore risolto, riducendo i costi al minimo e risolvere tutto con un unico crash test.

E la fase di test digitali dura molto, in genere 8 mesi, con tutte le prove che vengono effettuate sui digital twins: fino a 40.000 modelli diversi della stessa auto. Mentre le prove in pista sono successive e durano un mese circa.

Ma affinchè i test digitali siano efficaci, è necessario avere dei modelli matematici che siano il più possibile vicini alla realtà. Per questo avere tanti dati è fondamentale per avere un’analisi il più accurata possibile e, grazie ai computer ad alta performance di Lenovo, in tempi rapidissimi.

Più dati ci sono e più il modello sarà simile alla realtà.

lenovo hpc

La potenza degli HPC Lenovo alla base dei servizi di Dallara

La dotazione tecnologica del simulatore consiste in un cluster HPC che si compone di 142 nodi Lenovo ThinkSystem SR630 V2 e otto nodi SR650 V2, con i server che hanno un cuore Intel Xeon Scalable di terza generazione.

Un sottosistema storage, basato su Lenovo Distributed Storage Solution for IBM Spectrum Scale, e su dispositivi di storage ibrido Lenovo ThinkSystem DE6000H, si collegano all’unità di elaborazione attraverso una rete di controllo Ethernet da 1 Giga, una rete interna Ethernet ad alta velocità da 25 Giga e una InfiniBand ad alta velocità e bassa latenza da 100 Giga.

“Per quanto riguarda il software, utilizziamo una piattaforma open source che raccoglie modelli matematici nostri ma anche quelli del cliente – riprende Pontremoli -, oltre a quelli di fornitori esterni per le parti che non costruiamo noi, come il motore. Una piattaforma IT enorme, con un linguaggio che consente a tutti di comunicare tra di loro e con modelli matematici aperti a tutti. Il nostro simulatore raccoglie 60.000 parametri diversi. E devono funzionare tutti in real time”.

Il nuovo approccio si svincola dai limiti tecnologici: cliente e fornitore in un unico team

Metodi di utilizzo delle tecnologie che stanno per evolvere velocemente verso l’open innovation. In questo modello non si parte più dalla performance della tecnologia per la definizione dei progetti. Le nuove tecnologie necessitano di tempi per essere capite e metabolizzate, e i clienti non hanno tempo da perdere ma vogliono risposte alle loro domande.

“Noi esponiamo il problema. Sta poi al fornitore dargli una risposta, scegliendo la tecnologia da utilizzare, sviluppare, creare, o personalizzare che porti al risultato. In questo modo il fornitore diventa un vero e proprio partner per trovare, insieme, la soluzione del problema. Questo consente di pensare agli obiettivi senza badare ai limiti tecnologici, che è compito del fornitore superare. Così è stato con Lenovo: calcolare in tempi brevissimi come possono interagire tra di loro il grandissimo numero di componenti e pezzi in cui vengono suddivisi i modelli delle auto che si creano in fase di test, quando sottoposti a determinate sollecitazioni o situazioni. La risposta è stata un aumento di potenza dei nostri sistemi” chiosa l’AD di Dallara, che conclude: “Da qui la logica di partership e di team: bisogna passare da un egosistema, dove il cliente dice cosa fare, a un vero e proprio ecosistema, dove si mettono insieme i migliori fornitori, per decidere, insieme, cosa e come farlo. La vera chiave per il successo è scegliersi i fornitori di successo, sia in ambito tecnologico ma anche per tutto il resto. E magari anche aiutarli a crescere, attivando l’ecosistema e aumentando le loro competenze”.

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