Larry Ellison contro Ibm Db2

In chiusura di Oracle World, il Ceo della società non ha perso l’occasione per rinnovare l’attacco formale al concorrente diretto, reo di vendere con lo stesso nome prodotti che non hanno nulla in comune fra loro.

E’ noto che gli interventi di Larry Ellison sono generalmente piuttosto provocatori, soprattutto nei confronti dei concorrenti diretti. Non ha fatto eccezione la Keynote più attesa dal pubblico all’Oracle World di Copenhagen.


Il principale bersaglio, questa volta, è stato il database di Ibm, Db2, o per meglio dire le sue versioni non-mainframe: Ellison ha sostenuto che in realtà Ibm commercializza con lo stesso marchio due prodotti che non hanno nulla in comune, a partire dai gruppi di lavoro fino al codice vero e proprio. Quello per mainframe, secondo Ellison, è un prodotto di alto livello, che peraltro è accomunabile ad Oracle alcune impostazioni strutturali, quali il parallelismo e l’architettura condivisa, mentre le versioni per Windows, Unix e Linux, così come Microsoft Sql Server (non poteva certo mancare una frecciata anche al principale concorrente personale di Ellison…), sono basate su architetture “Share Nothing”, che offrono buone prestazioni ma non permettono di far girare applicazioni non dedicate.


Proprio da questo punto l’attacco si è esteso, più in generale, al posizionamento di Ibm nel mercato Enterprise-level. Partendo dall’assunto che Oracle è il database più veloce su singolo nodo, come certificato dalle stesse Ibm e Sap (Ellison non ha mancato l’occasione un salace commento, in tal senso, “Quando i tuoi concorrenti diretti ti fanno pubblicità, vuol dire che sei in ottima forma…”), e facendo leva sulle nuove funzionalità Real Cluster Application dell’accoppiata Oracle 9i database + Oracle 9i Application Server, Ellison ha sostenuto che i cluster di macchine Linux con a bordo i già citati prodotti possono fare tutto quello che fanno i mainframe Ibm, con prestazioni analoghe, se non superiori, e costi molto più contenuti. Guadagnando, inoltre, in fatto di scalabilità, perché basta aggiungere un nuovo e (relativamente) economico server Intel con a bordo Linux per accrescere il livello prestazionale: il capacity planning preventivo, sempre nelle parole di Ellison, diventerà quindi nel futuro pressoché superfluo, sostituito dal concetto di “capacity on demand”.


Ma soprattutto con Real Cluster Application Oracle è in grado di supportare le più diffuse applicazioni disponibili sul mercato: non a caso la vera notizia nel senso stretto della parola dell’intervento è stata proprio la certificazione Sap della piattaforma Oracle. “E in Sap non dicono certo cose positive se non è strettamente necessario”, ha chiosato Ellison.


Accanto ai server con processore Intel, “un azienda con la quale Oracle ha un proficuo rapporto di collaborazione”, ha sottolineato Ellison, Linux è un componente fondamentale per raggiungere questi obiettivi, e la partnership con Red Hat è stata infatti posta in grande evidenza: team di sviluppatori Oracle hanno lavorato accanto a quelli di Red Hat per produrre i kernel enhancement necessari a rendere i cluster affidabili e performanti. Interessante citare il fatto che parti di codice, per esempio il Cluster File System, è stato sviluppato da Oracle e poi rilasciato alla comunità Open Source, alla quale, secondo Ellison, “Oracle vuole essere membro e contributore”.


L’ultimo aspetto sul quale Larry Ellison ha puntato la sua attenzione è stata la capacità della release 2 di Oracle 9i di ospitare in forma nativa praticamente ogni tipo di dato, per esempio l’Xml, i contenuti multimediali e la posta elettronica. Tutto ciò apre nuove possibilità alla gestione delle informazioni in azienda: la memorizzazione di diversi formati in un unico contenitore rende infatti molto più facile reperire rapidamente i contenuti desiderati. E, mentre tutti ne parlano da anni, Oracle, ha concluso Ellison, è già in grado di supportare tali esigenze.

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