Cisco sembra credere nella videoconferenza come applicazione mainstream di domani. La società statunitense, infatti, ha rilasciato un prodotto che consente di realizzare tale tipo di comunicazione sulle infrastrutture di tipo legacy, ma che …
Cisco sembra credere nella videoconferenza come applicazione mainstream di
domani. La società statunitense, infatti, ha rilasciato un prodotto che
consente di realizzare tale tipo di comunicazione sulle infrastrutture di
tipo legacy, ma che è anche in grado di funzionare su Ip, se si volesse
evolvere la rete verso il protocollo del momento.
Oggi videoconferenza significa, nel peggiore dei casi, una linea Isdn, ma
lo sviluppo delle reti Ip porterà tali strutture a poter ben presto gestir
e
la comunicazione multimediale. Poiché in questa direzione si muovono i
desiderata degli utenti, che vogliono arricchire la possibilità di
dialogare attraverso Web ed e-mail, è gioco forza che la videoconferenza s
u
Ip diventerà un must del futuro. Da queste considerazioni la necessità d
i
un prodotto ibrido come quello presentato da Cisco. Frost & Sullivan
conferma le previsioni della casa statunitense. In uno studio, infatti,
viene prefigurato che il mercato per i prodotti e i servizi di
videoconferenze si triplicheranno da oggi al 2005.
La novità si chiama Ip/Vc e consiste in un pacchetto che comprende
innanzitutto un’unità di controllo multipunto. Siglata 3510, questa
supporta 15 sessioni simultanee, gestendo voce, video e trasmissione dati
T-120. Ci sono poi due modelli di gateway, chiamati 3520/3525, che
permettono la connessione di terminali compatibili con lo standard H.323,
per Ip, e H.320, per Isdn, offrendo porte Bri e Pri e supporto V.35. Pure
compreso nel pacchetto troviamo un video terminal adapter, modello 3530,
che connette un terminale Isdn compatibile H.320, per stanza da
videoconferenza, a una rete Ip basata su H.323. é, in particolare, con
questo che, a detta di Cisco, i vecchi dispositivi per sale di
videoconferencing possono essere adattati alle moderne infrastrutture Ip.
Completano la soluzione un software di gestione della conferenza, un
gatekeeper H.323 e un proxy server.
Intanto, Cisco ha comprato la start up Tasmania Network System.
L’acquisizione valutata in 25 milioni di dollari (una miseria per Cisco),
porterà in casa della società californiana un software di caching dei
contenuti sulla rete. Tale software è destinato a essere integrato nella
linea Cache Engine 500.