La terza volta di Infosecurity

La mostra convegno dedicata alla sicurezza informatica si terrà dal 12 al 14 di febbraio, presso la Fiera di Milano. Una tre giorni di convegni, seminari, workshop e momenti d’incontro fra professionisti e aziende

11 febbraio 2003 Giunta al suo terzo anno di vita, Infosecurity 2003, mostra convegno dedicata alla sicurezza informatica, si presenta come edizione ‘evoluta’ delle due precedenti. Passata dagli 800 metri quadrati espositivi occupati nel 2001 agli attuali 2.500, l’evento – che si terrà presso la Fiera di Milano dal 12 al 14 di febbraio – ospiterà oltre 125 aziende, che operano nel settore dando il via a una serie di convegni, seminari e workshop gratuiti sulle tematiche più ‘calde’ del momento.
«L’obiettivo della manifestazione è quello di fornire alle aziende che vi partecipano contatti qualificati e di creare momenti di incontro e confronto tra gli utenti su tematiche che, ancora troppo spesso, diventano d’interessse solo dopo che l’attacco di un virus va a segno», ha commentato Danilo Bruschi, presidente del Clusit e direttore scientifico della manifestazione riferendosi ai danni provocati da Sql Slammer nelle scorse settimane.
«Nell’edizione Infosecurity di quest’anno – ha proseguito Bruschi – cercheremo di dare spazio a temi emergenti e ad attori trascurati nelle passate edizioni, mentre realtà di rilievo come gli Istituti bancari usciranno, per la prima volta, allo scoperto per parlare dei problemi di sicurezza che ogni giorno si trovano a dover affrontare e gestire».
Oltre ai classici temi dell’integrazione della sicurezza nella gestione delle infrastrutture di rete e nelle comunicazioni, saranno di scena dibattiti sull’Information Warfare & Business Intelligence, ma anche su quelle che sono le opportunità e i costi della sicurezza informatica per le Pmi e la Pa. «Sì, perché – come ha fatto notare Marcus J. Ranum, uno dei massimi esperti riconosciuti nel settore, inventore dei firewall, nonchè ospite d’onore della manifestazione – la sicurezza non va percipita come limite. Occorre convincere gli utenti finali che il software e le soluzioni proposte sul mercato funzionano e si possono tradurre in vantaggio competitivo per coloro che le utilizzano e vi investono con continuità». Giusto. Ma senza dimenticarsi che, privi di una qualsiasi ‘evangelizzazione’ queste stesse soluzioni sono inutili. La parola d’ordine, ancora una volta, è sì investire, ma anche formare.

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