La sostenibilità è un fattore che abilita l’innovazione

Dal rapporto del Forum dell’Innovazione Digitale 2009 di Idc, le indicazioni su perché il Cio può candidarsi a gestore energetico, creare risparmi e nuovi modi di lavorare

Innovazione. Sul significato basilare di questa singola parola può risiedere il nuovo valore dell’Ict per la tutela attiva dell’ambiente. Dato ormai per conclamato il ruolo dell’Ict nel contribuire all’efficienza energetica e alla riduzione dell’impatto ambientale dei vari settori produttivi, ora emerge un’ulteriore dimensione di indagine. Se l’Ict, infatti, facendo sentire il proprio effetto sarà anche in grado di contribuire al cambiamento della società, allora avrà fatto anche innovazione, ossia avrà adempiuto a quella missione che da tempo le è stata assegnata.

Si tratta, dunque, di coniugare, virtuosamente, gli obiettivi: da un lato, ottenere subito risparmi e pianificare la gestione delle risorse energetiche nel futuro; dall’altro creare presupposti operativi per fare meglio le cose e per farne di nuove. Una lettura della situazione che è stata anche quella della nuova amministrazione statunitense, che ha intravisto nella tematica “green” una macro-soluzione, valida nell’immediato per assolvere i compiti di gestione dell’esistente, ma anche per creare una piattaforma di lavoro e di occupazione per il futuro.

Affronta la tematica anche il rapporto 2009 del Forum dell’Innovazione Digitale, rilasciato a corollario dell’annuale Innovation Forum organizzato da Idc. Nel documento, Roberta Bigliani, Emea Research director di Idc Energy Insights, in particolare, orienta la riflessione sul modo in cui l’Ict possa contribuire alla sostenibilità concentrando l’attenzione sul ruolo del Cio nell’implementazione di strategie di green business, e, di fatto, avanzandone provocatoriamente la candidatura a energy manager.

A premessa di questa “promozione sul campo” del Cio c’è la constatazione di quanto è accaduto nel corso dell’ultimo anno nel mondo: accresciuta sensibilità verso la riduzione dell’impatto delle attività umane sul clima; ricerca di maggiore efficienza nell’uso dell’energia, a livello macro (paese) ma anche micro (azienda); quadro normativo di sostegno, con detrazioni fiscali dai conti dell’energia, certificazioni, programmi di ricerca per il settore elettrico.

Dato questo contesto di riferimento, per i ricercatori di Idc nell’ultimo anno ha rappresentato un ostacolo alla messa in atto di iniziative concrete la mancanza di misurazione del fenomeno, se non addirittura l’assenza di una figura preposta alla gestione delle tematiche energetiche e ambientali che, laddove presente, patisce comunque uno scarso peso nelle organizzazioni aziendali. Pare esserci, quindi, una certa similitudine di destini fra chi storicamente si occupa di Ict e chi dovrebbe gestire l’energia, quantomeno nella difficoltà di avere ascolto dagli alti vertici.

Invece, stando a un sondaggio effettuato da Energy Insights e riportato nel rapporto, il ruolo importante dell’Ict nelle iniziative di riduzione dell’impatto ambientale e di efficienza energetica è riconosciuto da un intervistato su due. Gestione dell’Ict e gestione dell’energia, allora, possono essere messe sul comune denominatore e gli obiettivi dell’una diventare quelli dell’altra. Ossia, innovazione e sostenibilità, insieme.

Secondo Idc, il ruolo del Cio nell’implementazione di strategie di green business è chiaro sin da ora. Chi ha in mano l’It si trova in una posizione centrale, per una serie di considerazioni. In primo luogo, gestisce gli strumenti di misura, e quindi di controllo, necessari per sapere dove e come l’energia è consumata in azienda: può agire fisicamente sui dispositivi e può estrapolare dati sui consumi utili a negoziare i contratti di energia.

Poi con l’Ict si può effettivamente innovare il modo di lavorare: sulla scia della sostituzione dei contatori elettrici con quelli intelligenti, l’uso di sistemi It di Meter data management dischiude le porte a molteplici elaborazioni dei dati sui consumi, utili all’azienda per la produzione, ma anche per il Crm o per la logistica. Esiste, quindi, una simbiosi in natura fra le reti elettriche intelligenti e le capacità di elaborazione e analisi dell’Ict. E dato che per realizzare iniziative di efficienza e riduzione dell’impatto ambientale serve una visione integrata, secondo Idc la trasversalità della direzione dei sistemi informativi, che sulla carta gode di una visuale sull’intera azienda, può essere un fattore teoricamente abilitante l’assunzione della funzione.

Ovviamente questo progetto di cambiamento ha bisogno, come sempre, del sostegno convinto del management. Ma qui le ricette finiscono e partono le invocazioni.

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