La sfida fra Intel e Amd. Parte seconda

La lotta si fa più dura ed entrano in gioco anche i tribunali. Intel è scorretta, accusa Amd ma a Santa Clara non ci stanno. Intel è un papero?

Se prima la competizione era soprattutto sulla potenza dei chip adesso entra
in gioco anche il prezzo. La corsa al ribasso è incessante e anche sul piano
commerciale e giudiziario il conflitto fra Intel e Amd si inasprisce. In
Giappone Amd denuncia la rivale alla Japan federal trade
commission
che ingiunge a Intel di rispettare l’articolo 3 della legge
anti monopolio. “Non capisco ma mi adeguo” è la
risposta della società di Santa Clara. Ma è solo il primo passo.


Amd mira al bersaglio grosso e alla fine di giugno di quest’anno deposita un
ricorso antitrust contro Intel presso la Corte Federale Distrettuale del
Delaware negli Stati Uniti
. Secondo la società, Intel avrebbe
illegalmente mantenuto il suo monopolio sul mercato dei microprocessori x86
obbligando i clienti a non avere rapporti con Amd. Il ricorso identifica 38
società che sarebbero state vittime di coercizione da parte di Intel, attraverso
7 tipi di comportamenti illegali commessi su tre continenti. Secondo il ricorso,
Intel ha illegittimamente mantenuto il suo monopolio  forzando nomi come
Dell, Sony, Toshiba, Gateway e Hitachi a concludere accordi di esclusiva in
cambio del pagamento di somme di denaro, di prezzi discriminatori o sussidi alla
vendita condizionati all’esclusione di Amd.


Nec, Acer e Fujitsu sono stati portati a concludere accordi di esclusiva
parziale condizionando ribassi, disponibilità e market development funds
all’accordo del cliente di limitare drasticamente o rinunciare del tutto ad
acquisti da Amd. E’ stato posto in essere un sistema di ribassi retroattivi
attivati da un livello di acquisti così elevato da avere l’effetto di negare ai
clienti la libertà di acquistare significative quantità di microprocessori da
Amd. Ritorsioni sono state minacciate contro clienti per
l’introduzione di computer basati su tecnologia Amd, in particolare in segmenti
di mercato strategici come quello dei desktop per il settore delle imprese;
stabilendo e mettendo in atto quote per i rivenditori chiave quali Circuit City
o Best Buy, e chiedendo loro di tenere in stock esclusivamente o in maniera
preponderante computer Intel.


I produttori di pc e i partner tecnologici sono stati forzati a boicottare il
lancio o la promozione dei prodotti Amd e infine Intel ha abusato del proprio
potere di mercato forzando l’introduzione nel settore di standard tecnologici e
prodotti che hanno come scopo principale quello di frenare Amd. Una
lista di accuse
pesantissime alle quali Intel risponde
prima con qualche dichiarazione del vertice e poi con un documento ufficiale,
presentato sempre alla Corte Distrettuale del Delaware, nel quale .
definisce le accuse di Amd “incorrette e
contraddittorie”.
Secondo la società di Santa Clara Amd sta
cercando di mettere limiti alla capacità di diminuire i prezzi dei prodotti. Non
solo. Nel descrivere il proprio business plan, basato sulla regola delle “tre P”
(produzione-prodotto-prezzo), Intel accusa l’avversaria di cercare in tribunale
proprio ciò da cui a parole vuole difendersi: uno scudo contro la libera
competizione.


L’incapacità di Amd di competere efficacemente contro di
noi, sentenzia Intel, è il diretto risultato delle sue azioni o non azioni e non
è in alcun modo imputabile a qualsivoglia azione illegale perpetrata da Intel.
Si parla di “investimenti anemici” nel manufacturing e di una fama di
inaffidabilità che è costata ad Amd in termini di visibilità sul mercato. In
mezzo a tutto questo c’è spazio anche per una perquisizione dei funzionari della
Commissione europea negli uffici delle sedi europee di Intel e
pagine sul Wall street journal e Usa today e altri quotidiani americani dove Amd
spiega che è pronta a incontrare l’avversaria per dimostrare chi ha il sistema
più potente per i server.


“Vogliamo competere in modo onesto e corretto non il break-up di Intel”
dichiara al Sole 24 ore durante il meeting di Cernobbio Hector Ruiz ceo di Amd.
E a proposito delle accuse a Intel spiega con un discreto sense of humor:
“Tutti gli organismi antitrust ai quali ci siamo rivolti ritengono che vi
sia un fondamento. In America abbiamo un detto: se è fatto come un papero,
cammina come un papero e fa quack, allora è probabile che sia
davvero un papero…”.
Secondo le ultime rilevazioni il papero mantiene
l’81,7% del mercato contro il 15% di Amd.
La guerra continua.

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