La lunga marcia dell’Ipv6

Periodicamente si torna a parlare dell’introduzione del nuovo protocollo che garantirà un numero illimitato di indirizzi Ip

Quella dell’Ipv6 sembra una storia infinita. Ma ora probabilmente ci stiamo
avvicinando a una soluzione anche se non in tempi brevissimi. Oggi
Internet funziona con il l’Ipv4
un protocollo che funziona bene ma ha
il difetto di garantire un numero di indirizzi Ip (il codice che permette di
riconoscere la macchina che si collega a Internet) che prima o poi terminerà. E
visto che nel frattempo dai soli pc hanno iniziato a collegarsi alla rete anche
palmari e altri aggeggi (in attesa del mitico frigofero che fa la spesa da solo)
il numero degli indirizzi Ip va assottigliandosi.


Bisogna cambiare e per questo in soccorso arriva l’Ipv6, un
nuovo protocollo che utilizza indirizzi a 16 byte contro i quattro dell’attuale.
Il che assicura un numero quasi infinito di indirizzi a disposizione. Una
situazione confermata dall’Italian Ipv6 task force che nelle
raccomandazioni finali della sua ultima relazione scrive “Il protocollo Ipv4 sta mostrando i propri limiti
soprattutto nella ridotta capacità di fornire indirizzi a un
elevato numero di terminali connessi in rete, restringendo lo spettro di servizi
che possono essere messi a disposizione degli utenti. La nuova versione del
protocollo supera le limitate capacità di indirizzamento dell’Ipv4 mettendo a
disposizione una quantità pressoché illimitata di indirizzi per i nodi di rete e si candida come fattore abilitante per tutti quei servizi che richiedono un elevato numero di indirizzi, primi fra tutti quelli basati su connessioni always on sia fisse sia mobili”
.


Produttori di tecnologia, settore pubblico e privato sono
così coinvolti in un grande cambiamento che vedrà una prima fase di,
probabilmente lunga coesistenza fra i due protocolli, per sfociare poi nella
completa sostituzione. La faccenda non è però indolore, anzi, vede differenti
sensibilità fra gli Stati Uniti ancora forniti in abbondanza di indirizzi Ipv4 e
altri Paesi che sul lungo periodo potrebbero iniziare ad avere qualche problema.
Non è il caso di lanciare allarmi sul pericolo esaurimento dell’Ipv4 ma rimane
il fatto che bisogna gestire il passaggio anche internamente in
ogni singolo Paese. Per questo a seguire pubblichiamo l’intervista con Paolo
Fasano responsabile Broadband network services innovation di Telecom Italia che
fa il punto sulla situazione.

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