La logica del più e del meno

Google+ serve così? E la videochiamata in Facebook è stata testata prima di darla in mano agli utenti?

Più o meno chiaro. Più o meno pronto. Più o meno utile.
Ci pare che le considerazioni si attaglino alle due novità, non casualmente rilasciate quasi di concerto, da Google e Facebook (con la partecipazione di Microsoft): Google+ e la videochiamata di Skype in Facebook.

Con il passaparola mediatico il social network di Google si è accomodato nel girone dantesco degli inaccessibili. È in beta, d’accordo. Ma non lo si accede se non per invito di qualcuno che c’è già, e che per farlo deve creare un post, indirizzarlo a un destinatario di cui ha già il riferimento gmail, metterlo in una delle “cerchie” (categorie) che Google+ propone come catalogo: amici, famiglia, semplici conoscenti, altri. Intanto il destinatario dell’invito dovrà provare a collegarsi e, prima o poi, riuscirà a far parte della rete.
Sinteticamente: c’era bisogno di avere un social network ulteriore e con un meccanismo di accesso così selettivo e farraginoso? Crediamo di no.

E poi la video chat di Skype su Facebook. I primi a utilizzarla narrano di problemi di gestione della connessione, nella forma dell’impossibilità di andare offline una volta utilizzata la videochat. Alcuni si sono dovuti lambiccare nel creare cordoni di isolamento. Altri hanno espresso commenti non lusinghieri.

Facendo un paragone ciclistico, quello che alcuni vedono come un inseguimento competitivo in realtà ci pare ormai una fuga dove i pochi contendenti pare che si facciano dispetti a vicenda, ma in realtà si distaccano sempre di più dal gruppo degli inseguitori, che difatti non c’è più.
Anzi, ha cambiato soggetti. Ora sono gli utenti che devono inseguire i colpi di genio. C’è chi riesce a farlo, chi no.
Quando i secondi sommeranno più dei primi forse gli ex-enfant prodige del Web si e ci daranno un po’ di pace.

Giuseppe Prezzolini voleva fare la società degli apoti, ossia di quelli che non si “bevono” tutte le novità introdotte dai pensieri unici. Idea sempre attuale.

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