La crisi complica le vacanze degli italiani

I soggiorni saranno meno lunghi, segnala un sondaggio Confesercenti, e molte persone rinunceranno a partire per problemi economici

Le difficoltà economiche frenano le vacanze degli italiani: è quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-Publica ReS, secondo cui gli italiani che si muoveranno per le ferie estive saranno 33,7 milioni, ovvero circa 340 mila in meno rispetto al 2007. Il 57% del campione si è infatti dichiarato deciso a partire per le vacanze, un altro 24% resterà a casa mentre il 19% deciderà solo all’ultimo momento. La rinuncia alle vacanze ha soprattutto motivazioni economiche: il numero di chi dichiara di non volersi muovere “perché costa troppo” è salito in un anno di ben 15 punti, passando dal 34% del 2007 al 49% del 2008. Non a caso i soggiorni saranno mediamente più brevi: 14 giorni rispetto ai 17 della scorsa estate. In aumento, invece, la spesa complessiva, che sarà di 35,5 miliardi di euro, circa 1056 euro a testa, ovvero il 10% in più dello scorso anno, soprattutto per effetto del caro-petrolio.

Meno auto, più treni
L’impatto dei crescenti costi della benzina è evidente nel netto calo di 9 punti (dal 69 al 60%) che il sondaggio registra sull’utilizzo delle autovetture private per raggiungere le mete delle vacanze. Aumenta contemporaneamente il ricorso all’aereo, dal 26 al 30%. In ascesa anche treno (dal 7 al 10%), traghetti e pullman. Poche le follie anche sul lato spesa:  il 26% degli intervistati e’ intenzionato a non superare la cifra di 500 euro, il 16% vuole restare entro i 750 euro, il 17% non intende spendere oltre i 1000 euro. E solo l’1% si è dichiarato disponibile a sborsare per la sua vacanza più di 7000 euro. Per quanto riguarda il pernottamento, secondo l’indagine Confesercenti-Publica ReS sale dal 29 al 33% il numero di coloro che sceglieranno alberghi e pensioni per passare il periodo delle ferie. Mentre diminuisce la quota di chi ha deciso di sfruttare la casa di proprietà (dal 19 al 17%) o di prenderne una in affitto (dal 15 all’11%). Tra gli hotel crescono le opzioni per un tre stelle (dal 56% del 2007 al 59% di quest’anno), stabili invece le quattro stelle.

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