La convenienza di pensare un’It verde

Per fare green It non è necessario rivoluzionare l’azienda, si può cominciare per gradi per poi seguire un approccio strategico

Una montagna innevata potrebbe essere un’ottima posizione per i data center del futuro perché sono più facilmente rinfrescabili. E, infatti, molte aziende, tra cui la stessa Google sta pensando di trasferire il proprio data center in Islanda. Questo perché il 40% dell’energia elettrica che consuma un centro di calcolo viene utilizzata per raffreddare le macchine. Queste le prime considerazioni di Eugenio Capra, del Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano, che in un recente intervento sul green It, ha analizzato che cosa sta dietro a questo tema tanto gettonato negli ultimi tempi: «Green It, innanzitutto, è una disciplina scientifica che si occupa di aumentare l’efficienza energetica dei sistemi informatici, sia migliorando il modo in cui gli apparati sono costruiti, sia sviluppando metodologie per utilizzarli meglio. Il green It copre anche tutte quelle tematiche che riguardano la produzione dell’It: processi industriali, che hanno naturalmente un impatto ambientale, ma anche la gestione di tutto il giro di vita degli apparecchi, quindi smaltimento, ottimizzazione degli imballaggi e così via. Ma green It è anche l’utilizzo dei sistemi informativi come strumento di governance per monitorare l’efficienza energetica di tutti gli altri processi dell’azienda».

È importante parlare di green It perché l’It ha un impatto ambientale significativo. Al di là di questo, c’è anche un discorso di convenienza economica, in quanto il consumo energetico sta diventando un limite alla scalabilità dell’It. Per dare un’idea, un pc genera una tonnellata di Co2 equivalente all’anno, e comunque la produzione di apparati elettronici è responsabile del 70% dell’inquinamento del suolo da piombo, cadmio e mercurio, per cui oggi sono stati introdotti numerosi obblighi per i distributori di apparecchi elettronici relativi al loro corretto riciclaggio.

Oggi è molto sentito il problema del riscaldamento terrestre per cui è altrettanto sentita l’esigenza di usare fonti alternative che non producono Co2.

Analizzando, in particolare, la spesa mondiale dei server, si osserva che il costo dell’energia è cresciuto di 4 volte in 14 anni, molto più del costo dell’hardware. Valori che in Italia pesano molto di più degli altri paesi, dal momento che il costo energetico è di gran lunga il più elevato tra i paesi maggiormente industrializzati.

«Il fabbisogno energetico dell’It è un limite alla scalabilità – sottolinea Capra – nel senso che i data center consumano sempre di più: per dare un’idea, un centro di medie dimensioni consuma circa 250 kWatt, più o meno come 80 appartamenti, mentre uno di grandi dimensioni può arrivare a 10 megawatt, il consumo di una media città, per cui se il data center deve aumentare la propria dimensione e potenza, in molti casi si trova costretto a trasferirsi in una zona periferica, con notevoli costi, perché non è facile aumentare il numero dei cavi elettrici in aree già densamente abitate. Per questo le stime di Forrester e Gartner dicono che il 60% dei data center è condizionato da limiti di energia e di spazio».

Tra i vari miglioramenti che si possono attuare su questo fronte, Capra consiglia l’ottimizzazione del raffreddamento, in quanto ancora oggi vengono utilizzati condizionatori a potenza fissa, mentre si potrebbero usare quelli a potenza variabile e dislocati in varie aree, affinché che possano seguire la potenza di calcolo che in quel momento viene dissipata. Anche il modo in cui si usa l’It non è dei migliori, per cui si può ragionare a livello di algoritmi e di qualità del software, in quanto sono poche le applicazioni che sono pensate per essere ottimizzate dal punto di vista energetico. Anche l’efficienza delle reti è molto bassa, per cui anche qui si può intervenire. Pure un database, con scarsa qualità e con tanti dati ridondati, richiede più elaborazioni e quindi un maggior consumo energetico. Poi ci sono le pratiche di utilizzo: se tutti applicassero le funzionalità di sleep e di screen saver dei pc, si risparmierebbe il 70% dell’energia oggi usata».

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