La consumerizzazione dell’IT è utile a tutti?

In linea di principio sì, e una ricerca di Freeform Dynamics mette in luce che in cima ai benefici attesi ci sarebbero la soddisfazione e l’aumento della produttività degli utenti finali.

C’è una lunga storia di utenti che desiderano, o che necessitano, di diversi strumenti da utilizzare all’interno del proprio ambiente di lavoro. Fino a poco tempo fa, questi desideri erano di solito espressi in termini di reclami informali o richieste formali all’IT di fornire nuove attrezzature o servizi. Ma oggi, che l’IT ha un ruolo più centrale per le operazioni di business e i costi delle apparecchiature IT anche più sofisticate diminuiscono, la consumerizzazione IT è diventata una moda. Gli utenti, quindi, sempre più spesso acquistano in proprio le attrezzature di lavoro se la loro organizzazione non ha optato per una policy formale relativa al Bring-Your-Own-Device ( BYOD).

Una ricerca effettuata da Freeform Dynamics indica che meno della metà delle aziende si dice convinta di non avere in uso presso la propria organizzazione alcun dispositivo personale oppure un numero irrilevante di device di proprietà dell’end user. Tuttavia, solo un terzo di loro incoraggia tali azioni. Il rapporto mostra che, anche nelle organizzazioni in cui l’utilizzo di dispositivi personali è vietato, il 20% del campione ammette che oltre un quarto del proprio personale utilizza i propri device per motivi di lavoro. La ricerca ha messo in luce che gli utenti più inclini a utilizzare dispositivi personali sul posto di lavoro, se esistono delle policy specifiche relative al BYOD, sono in genere i professionisti IT e la linea dei senior manager.
Ci sono evidenti difficoltà a frenare l’utilizzo dei device personali da parte di uno di questi due gruppi. In molte organizzazioni, il personale IT in genere fa quello che vuole a prescindere dalle policy in uso, magari senza dirlo a nessuno, mentre i manager senior solitamente fanno pressione sui responsabili delle policy BYOD per ottenere esoneri o trattamenti preferenziali.

I problemi di gestione del BYOD
Per una netta maggioranza degli intervistati (poco meno dell’80%), i problemi relativi alla sicurezza rappresentano la principale preoccupazione, seguita da vicino dal rischio di perdita di dati sensibili e da altre questioni legati alla conformità.
In questi tempi, in cui la perdita di dati o la sottrazione di informazioni a danno di un concorrente commerciale possono avere pesanti ripercussioni economiche, tali questioni possono rivelarsi costose, oltre che imbarazzanti, se non affrontate con fermezza. Ma ci sono anche preoccupazioni più sottili, associate alla gestione di una vasta gamma di dispositivi e degli utenti a questi connessi. Come chiunque abbia mai lavorato in un help desk saprà, supportare gli utenti il più delle volte è una forma d’arte, anche quando gli end user utilizzando computer e software installati direttamente dalla società. Prendersi cura di attrezzatura acquistate e aggiornate direttamente e autonomamente dai dipendenti è una cosa completamente nuova…
La gamma di dispositivi che deve essere gestita e supportata in qualche misura è sicuramente in crescita, ma lo scenario è attualmente dominato da un numero relativamente piccolo di device. Il personale IT predilige, secondo la ricerca, gli strumenti a marchio Apple, ovvero soprattutto iPad e iPhone, insieme con gli smartphone Android. Ma lo studio di Freeform Dynamics ha mostrato che, oltre a questi dispositivi mobili, anche i PC Windows o i computer portatili sono ampiamente utilizzati a casa, insieme a un numero crescente di computer Mac.

Assicurarsi il controllo dei device del personale
Se si accetta che si rivelerà impossibile, o almeno estremamente problematico, vietare l’uso di dispositivi di largo consumo nel mondo degli affari, le organizzazioni devono affrontare la sfida a testa alta.
Un modo ragionevole in cui la potenziale proliferazione dei device può essere affrontata è quello di impostare i criteri di conformità ai quali i dispositivi dovrebbero attenersi per poter avere accesso ai sistemi aziendali.
I problemi di sicurezza che palesemente questa questione pone potrebbero obbligare l’organizzazione a predisporre l’uso di tecnologie di pulizia da remoto del dispositivo in caso di smarrimento, furto o, più semplicemente, nell’eventualità in cui l’utente finale cessi il suo rapporto lavorativo con l’azienda. E l’utente deve, ovviamente, essere messo a conoscenza delle possibili conseguenze.
In merito ai benefici attesi, la ricerca Freeform Dynamics mette in luce che il risparmio sulla spesa apparecchiature non sembra interessare molto al campione. Conta, invece, ben di più la soddisfazione degli utenti (citata da poco meno del 40% degli intervistati) e, in seconda battuta, la loro produttività.
Ma forse la risposta più interessante si trova nel bel mezzo della lista, dove oltre la metà degli intervistati auspica che questo nuovo trend sarà in grado di favorire l’introduzione più rapida di nuove idee, metodi di lavoro o nuove tecnologie.

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