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La blockchain secondo IBM

Con cento anni di storia e una presenza in Italia che risale al 1927, IBM oggi si definisce una open hybrid cloud and AI platform company che offre alle organizzazioni di ogni settore l’accesso alle tecnologie esponenziali e ai servizi di consulenza per la trasformazione digitale e la modernizzazione dei modelli di business, comprese tecnologie blockchain. Cloud ibrido, intelligenza artificiale, sistemi hardware mainframe e storage, cybersecurity e quantum computing: queste le aree in cui IBM è particolarmente presente.

Per sapere come si muove IBM nell’ambito delle tecnologie blockchain abbiamo intervistato Emiliano Pacelli, senior AI applications technical sales manager di IBM Italia.

LE INTERVISTE DI 01NET –  LA TECNOLOGIA BLOCKCHAIN

Le tecnologie blockchain sono di estrema attualità e le loro applicazioni sono destinate a diventare sempre più rilevanti in numerosi settori nei quali possono essere fondamentali i concetti di disintermediazione e decentralizzazione che le contraddistinguono. Le blockchain fanno parte della famiglia di tecnologie chiamate Distributed Ledger, sistemi basati su un registro distribuito accessibile e modificabile da più nodi di rete. Per fare chiarezza sui limiti, il potenziale, le applicazioni e gli strumenti di blockchain, 01net ha intervistato una serie di aziende che impiegano questa tecnologia o che forniscono gli strumenti necessari per attivarla e gestirla.

Secondo l’osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano continuano ad aumentare i progetti di blockchain in ambito internazionale, ma il mercato italiano sembrerebbe ancora in fase di attesa nonostante il favore dei consumatori per ambiti quali criptovalute, NFT, DeFI e così via. Cosa ne pensa del mercato italiano e soprattutto in quali ambiti le blockchain potrebbero essere usate con favore e proficuamente da aziende e istituzioni italiane?

Emiliano Pacelli

Nella blockchain, il mercato italiano ha un approccio maggiormente conservativo rispetto ad altri, prediligendo progetti pilota con i quali saggiare la valenza della tecnologia e il ritorno dell’investimento prima di “gettarsi anima e corpo” in un profondo processo di innovazione. Personalmente ritengo che qualsiasi tecnologia possa avere successo qualora riesca a migliorare la vita delle persone.

Uno degli ambiti di applicazione per la blockchain, è quello della tracciatura dei prodotti e delle loro parti nell’ambito della supply chain, che ha un positivo impatto sulle aziende, le istituzioni e i consumatori finali.

Attualmente i Non Fungible Token (NFT) sono in grado di migliorare la vita di un gruppo limitato di persone, gli autori di opere ad esempio, mentre la finanza decentralizzata ha il potenziale per poter influire positivamente sui cittadini, permettendo la disintermediazione di alcune operazioni bancarie. Parimenti ritengo che le central bank digital currencies (CBDC), quali l’euro o il dollaro digitali, possano comportare un salto tecnologico importante per tutta la comunità, abbattendo i rischi di forti perdite a cui si viene esposti a causa della volatilità delle criptovalute.

Un altro ambito di applicazione per la blockchain è quello della tracciatura dei prodotti e delle loro parti nell’ambito della supply chain, che ha un positivo impatto sulle aziende, le istituzioni ed i consumatori finali.

Secondo il suo parere, la blockchain potrebbe essere veramente la base di quella che viene chiamata come “next web revolution”, o Internet decentralizzato (Web 3) e in che modo?

La blockchain è uno degli argomenti che tratto maggiormente e ritengo abbia davvero il potenziale per migliorare la vita delle persone. Questo è anche uno dei propositi, secondo moltissimi esperti, del Web 3 ovvero quello di ridurre il potere delle realtà che oggi traggono valore – attraverso social network, motori di ricerca, e altro – dai dati disponibili nell’attuale web 2.0, restituendolo agli utilizzatori. Altri aspetti riguardano la sicurezza e la privacy dei dati, caratteristiche che le capacità di cifratura e decentralizzazione della blockchain garantiscono tanto da farne l’elemento fondante di questa nuova declinazione dell’Internet.

Penso che la decentralizzazione totale della blockchain non avverrà, mentre si rafforzeranno delle iniziative specifiche quali il digital-euro, le blockchain di settore, le stesse criptovalute, che offriranno valore ai relativi utilizzatori.

Ci può fare una panoramica della vostra offerta specifica in ambito della fornitura di soluzioni blockchain?

IBM è molto attiva nella blockchain, seguendo in particolare 3 direttrici fondamentali: sicurezza e sostenibilità delle supply chain, finanza e digital currencies e gestione dei fornitori.

Nel primo gruppo ricadono soluzioni quali quelle relative alla distribuzione dei vaccini per il Covid-19, quelle per il tracciamento nel settore alimentare e, in generale, per la supply chain (Transparent Supply) e, infine, quella relativa alla semplificazione delle procedure dedicate alla movimentazioni internazionali di merci via container (Tradelens).

Nel secondo ricadono iniziative dedicate al trading internazionale (We.trade), lettere di garanzia (Lygon) e CBDC (central bank digital currencies) mentre nell’ultimo raggruppamento una soluzione dedicata alla disponibilità di una fonte verificata di anagrafica ed identità digitale per i fornitori (Trust Your Supplier).

Tutte queste soluzioni hanno come elemento fondante la blockchain open source HyperLedger Fabric, di tipo permissioned, che garantisce sicurezza, affidabilità e velocità di processamento delle transazioni.

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