Kpn esce dal 3G

L’operatore telco olandese ha messo in vendita le azioni possedute in Hutchison 3G, società nata dall’intesa con Hutchison Whampoa e Ntt DoCoMo per fornire servizi telefonici dell’ultima generazione in Europa

22 agosto 2002 Le aspettative connesse
ai servizi telefonici di terza generazione si sono da tempo ridimensionate. Ne
sa qualcosa Kpn che, proprio in questi giorni ha annunciato l’intenzione di
vendere (non prima di averne svalutato il valore da 1,5 a 1,2 miliardi di euro)
il pacchetto di azioni possedute in Hutchison 3G, pari al 15% del totale. Una
decisione che ha trovato visibilmente in disaccordo gli altri protagonisti della
joint-venture nata per fornire servizi Umts in Europa, vale a dire Hutchison
Whampoa – che detiene il 65% delle azioni della neocostituita – e Ntt DoCoMo.
Quest’ultima contava proprio su Kpn per esportare anche nel Vecchio continente i
propri servizi wireless. Ma il business in questione per l’operatore olandese a
rischio di bancarotta non rappresenta un’attività core e quindi non s’ha da
fare. Sospesi dunque gli investimenti, per 1,4 miliardi di euro preventivati da
qui al 2005, per la realizzazione di nuove infrastrutture di rete in Olanda,
Belgio e Germania. Nonostante le ingenti spese sostenute nel recente passato per
l’acquisto delle licenze Umts, l’obiettivo primario della società è ora la
riduzione dei propri debiti che, negli ultimi 12 mesi, sono scesi da 22,8 a 15
miliardi di euro. Il tutto nonostante la trimestrale terminata lo scorso 30
giugno si sia chiusa con perdite nette pari a 9,3 miliardi di euro e un
fatturato di 3,1 miliardi, rispetto ai 499 milioni in perdite nette e ai 3,2
miliardi di fatturato riportati nel medesimo periodo dell’esercizio
precedente.
Focalizzata sul business connesso ai servizi di terza generazione
restano, invece, Ntt DoCoMo e Hutchison Whampoa, nonostante quest’ultimo abbia
subito una pesante battuta d’arresto. La debolezza che continua a caratterizzare
l’economia globale avrebbe prodotto guadagni nettamente inferiori per
l’investitore di Hong Kong, rispetto a un anno fa. Tanto che la società potrebbe
presto annunciare una riduzione di circa un terzo delle entrate nette riportate
al termine della prima metà dell’anno fiscale in corso.

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