Pressata da piu parti, Sun ha avviato trattative dirette per affidare a unorganismo neutro gli sviluppi del proprio linguaggio. Ma l’azienda ne vuolecomunque mantenere il controllo, nell’ambito di un processo battezzato Jcp2.0
Java libero? La pressione di Isv e utenti per avere maggiore libertà
d’azione negli sviluppi futuri del linguaggio Sun sta avendo qualche
effetto sulla società californiana. Dopo aver litigato con Iso ed Ecma sul
processo di standardizzazione (entrambi gli organismi volevano avere un
controllo più diretto sugli sviluppi), Sun ha ora avviato trattative con
alcuni dei più grandi licenziatari del proprio linguaggio, nome del calibr
o
di Ibm e Oracle, per individuare una via evolutiva soddisfacente per tutti.
Tutto parte da una proposta dello stesso costruttore, che va sotto il nome
di Java Community Process (Jcp) 2.0. Chi aderirà a quest’iniziativa
potrebbe avere un controllo maggiore sui nuovi standard Java, poiché Sun
avrebbe l’intenzione di essere meno oppressiva su alcuni punti del processo
di sviluppo, in particolare sulle specifiche tecniche da considerare per la
piattaforma. Tra le aziende coinvolte, oltre a quelle citate, troviamo
anche Hewlett-Packard, Bea e Novell.
A lungo andare, l’intento di Sun sarebbe quello di mantenere un controllo
sufficiente ad assicurare la compatibilità tra i prodotti dei vari vendor
coinvolti, ma anche in accordo con la propria visione di fondo sulla
tecnologia. Quest’ultimo è proprio il punto più delicato, poiché Ibm e
altri hanno chiesto a gran voce un processo di sviluppo futuro più
democratico e meno vincolato ai voleri di una Sun che potrebbe inserire
caratteristiche in grado di favorire le proprie strategie. Jcp 2.0 vorrebbe
essere un compromesso fra queste varie necessità. Gli analisti, per ora,
guardano a queste mosse con interesse, ma anche con un po’ di scetticismo.
I contatti sono tuttora in corso e qualche evoluzione è attesa già per i
prossimi giorni.
