Java dappertutto, con l’aiuto di sviluppatori e community

La JavaOne Conference, svoltasi a San Francisco, segna il passaggio dalla fase tecnica a quella di marketing per lo sviluppo e la diffusione del linguaggio nato in casa Sun. Le novità, dunque, hanno riguardato soprattutto il branding, i programmi con i partner e la sigla di importanti accordi Oem.

16 giugno 2003 Aumentare le prestazioni, semplificare le modalità di sviluppo delle applicazioni e puntare a una maggiore riconoscibilità all’interno di dispositivi di uso quotidiano, dal pc, al tostapane, ai telefoni cellulari. Con questi obiettivi Sun lancia la nuova offensiva del “Java everywhere” che diventa, dopo la Java One Conference di San Francisco, lo slogan con cui Sun Microsystems propone una visione pervasiva della propria piattaforma, supportata da un nuovo logo, nuovi programmi dedicati agli sviluppatori, iniziative per promuovere le community e nuovi accordi con società quali Nokia e Hp.

Durante l’apertura della Conference, Jonathan Schwartz, executive vice president software group di Sun Microsystems, rimarcando la presenza di Java all’interno di smart card, telefoni cellulari e applicazioni enterprise ha commentato che Java è già dappertutto e che “nessun’altra tecnologia permea il network come fa Java”.

La nuova campagna di branding e il logo rinnovato (che riprende il tema della tazzina di caffè con linee più essenziali), segna il passaggio verso un’azione di marketing più incisiva a supporto della piattaforma tecnologica. Il nuovo logo accompagnerà anche l’avvio della campagna di branding “Java Powered” con cui Sun intende segnalare, per mezzo di un opportuno marchio, la presenza di tecnologia Java all’interno di un’ampia varietà di prodotti.

Da questa serie di annunci, Java emerge come una tecnologia che, senza trascurare la parte business, manifesta, o meglio, reclama, forti ambizioni consumer. Una tendenza che si legge anche in alcuni commenti fatti da Schwartz nel corso dell’evento americano. «Credo che sia più facile che il mercato consumer influenzi quello enterprise rispetto al contrario – ha commentato il vice presidente del Software Group di Sun -. Il volume rappresenta il fattore che influenza ogni cambiamento». In un altro momento Schwartz aveva anche evidenziato come ogni rivoluzione parta, di fatto, dal desktop ricordando anche che lo sviluppo di Visual Basic si deve al successo di Office e all’evoluzione del linguaggio macro presente al suo interno.

In un’ottica di completa pervasività si può inquadrare anche l’annuncio di nuovi accordi in base ai quali la tecnologia Java sarà presente su tutti i pc e i personal system d Hewlett-Packard e su tutti i pc e i laptop Dell su cui gira Linux. «Il loro commitment è verso i customer – ha spiegato Schwartz commentando l’intesa raggiunta con Hp -. Non si tratta di un accordo che coinvolge clausole legali, ma parte dalla considerazione, da parte di Hp, che molte “hot application” utilizzate dai loro clienti utilizano Java».

Molte le sfaccettature che hanno delineato la Conference, caratterizzata da un atteggiamento più “serio” rispetto ad alcune edizioni passate e da una maggiore attenzione agli aspetti di business accanto a quelli tradizionalmente tecnologici. Dal punto di viste dalle tematiche grande importanza è stata rivolta al mondo dei Web Services e della mobilità. «I Web Services non sono più legati al sistema operativo, ma solo a layer Java – ha detto Scott McNealy, Ceo di Sun Microsystems -. Abbiamo unito Java e i Web Services. Ora sono una parola sola».

L’obiettivo della società è, dunque, di fare di Java lo standard per questo tipo di servizi e a tale riguardo l’integrazione esistente con Xml rappresenta un tassello che fornisce un apporto fondamentale.

Sun ha annunciato una serie di novità rivolte a garantire l’interoperabilità e la sicurezza dei Web Services, tra cui il supporto per le specifiche della Web Services Interoperability Organization (Ws-I) all’interno della versione 1.4 del software development kit di J2ee (Java 2 Enterprise Edition) di cui è stata annunciata la disponibilità della versione beta 2.

Inoltre, è stato annunciato anche il Web Services Pack 1.2, che permette di installare nuove funzioni di sicurezza per i Web Services, in attesa della loro integrazione all’interno della prossima versione (siglata 1.5) di J2ee.
In relazione alla mobilità Sun intravede enormi potenzialità. Sottolineando la crescita della tecnologia mobile, Schwartz ha detto che attualmente Java è presenta all’interno di 100 milioni di telefoni cellulari nel mondo. «La crescita nell’ambito “mobile” è sorprendente – ha commentato Schwartz -. Abbiamo in previsione di aggiungere oltre 250 milioni di telefoni Java-enabled nei prossimi sei mesi».

Sun ritiene che questo sviluppo nell’ambito dei telefoni cellulari dovrebbe alimentare uno sviluppo altrettanto esplosivo nell’ambito nel mercato per i servizi abilitati alla tecnologia Java. «La disponibilità di applicazioni alimenterà l’offerta di servizi – ha commentato Barbara Kay, direttrice marketing per la wireless business unit dedicata ai network service provider -. Parliamo di applicazioni che sono operative e già disponibili ora».

A supporto della mobilità Sun ha anche annunciato un’iniziativa messa a punto con alcuni dei principali costruttori quali Nokia, Motorola, Siemens, Sony ed Ericsson per stabilire una serie di criteri unificati di test per le applicazioni wireless Java, indirizzati a certificare e accelerare lo sviluppo di applicazioni e servizi per il mondo wireless basati sulla piattaforma di Sun.

Inoltre, sono stati avviati il Developer Network Mobility Program (che fornisce un portfolio di risorse per le applicazioni basate su tecnologia J2Me) e la Business Mobility Initiative indirizzata a effettuare il delivery di soluzioni mobili di business indirizzate a mercati specifici e verticali, basate su iForce e una serie di partner.
Per la diffusione di Java diventa essenziale il contributo degli sviluppatori e Sun intende rendere la sua piattaforma software accessibile a un numero sempre più ampio di essi. «Il numero degli sviluppatori in tecnologia Java ha raggiunto attualmente i tre milioni – ha detto Richard Green, vice president del software Group -. Ma intendiamo portare questo numero a 10 milioni».

Per fare questo la società punta a fare della semplicità di sviluppo un valore “core” della sua piattaforma software. La semplificità rappresenterà, per esempio, uno dei temi principali che caratterizzeranno la versione 1.5 di J2Se prevista per l’estate del 2004 (nome in codice Tiger) che includerà anche una serie di funzioni relative ai metadati.

È stato anche annunciato un nuovo progetto dal nome in codice Rave, indirizzato a raggiungere gli sviluppatori corporate. Rave sarà un tool di sviluppo scritto interamente in linguaggio Java e porterà all’interno della piattaforma J2EE un modello di sviluppo semplificato e di tipo più visuale.

Infine, Sun sta lavorando a una nuova specifica indirizzata a introdurre il supporto dei linguaggi di “scripting” all’interno delle varie edizioni della piattaforma Java. La promozione della Java community rappresenta un’altra priorità da parte di Sun. A tale riguardo Sun ha promosso il sito java.net, che rappresenta una sorgente per la collaborazione open source. A tale riguardo è stato anche annunciato che alcuni tool fondamentali per i Web Services, quali le Api per Xml Rpc (Jax-Rpc) e la Java Architecture for Xml Binding (Jaxb) verranno rese open source. «Tanto maggiore sarà il numero di persone che usano e “parlano” Java, tante più saranno per noi le opportunità di mercato – ha concluso il Ceo di Sun -. Siamo stati accusati in passato di sopravvalutare Java. In realtà, alla luce di quanto accade oggi, l’abbiamo sottovalutata».

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