La valenza dello standard e delle sue best practice al centro della conferenza organizzata dall’associazione ItSmf Italia
«ITIL è ormai uno standard di fatto, riconosciuto come una metodologia che aiuta lazienda a dialogare. In concreto, è un linguaggio comune per descrivere i processi informatici che stanno alla base dei servizi It». Con questa premessa, Lorenzo Anzola, presidente di itSmf Italia (lassociazione nata a Torino nel febbraio del 2004 con lobiettivo di diffondere il modello ITIL – Information Technology Infrastructure Library – in accodo a itSmf International), ha inaugurato la conferenza con la quale lassociazione ha voluto dimostrare, a unaffollatissima platea, come il modello ITIL possa fornire le linee guida per la gestione dei servizi It nel rispetto dei livelli di servizio e di qualità concordati con i clienti/utenti.
Un modello come ITIL può, dunque, servire a fare cultura, cioè a creare in azienda la consapevolezza dellimpatto dei servizi It sul business e indicare qual è la metodologia da usare per fornirli.
Tra i vari relatori che si sono alternati nellintera giornata del meeting, dopo lintervento di Roberto Gattoli, di Bsi Italia, che ha parlato dellingresso di ITIL nei sistemi di standard internazionali Bs15000 e ISO20000, interessante quello di Severino Meregalli, della Sda Bocconi, su "La governance e lITIL". Il docente ha iniziato con lanalizzare il contesto in cui oggi le aziende operano, evidenziando un insieme di situazioni: scenari non definibili a priori; lemergere di nuove forme dimpresa; crollo del mito della pianificazione come antidoto alla complessità; molteplicità di attori coinvolti; management non pronto a definire requirement e a descrivere operativamente le scelte "forti"; economia digitale con lIt come fattore produttivo e permanenza di un gap tra fabbisogni aziendali e sistema imformativo. Dati questi presupposti, non stupisce che larea It sia in affanno a seguire lazienda: non cè spazio per attivare cicli di revisione e modificare il sistema informativo, in modo coerente con i tempi aziendali, per cui occorre progettare sistemi che già per loro natura abbiano un elevato grado di autoadattamento ai continui cambiamenti aziendali. È necessario, quindi, modificare il paradigma e la gestione dellarea It.
Ma che cosa è possibile fare affinché lIt sia più performante?
Il consiglio di Meregalli è di pianificare meno ma responsabilizzare di più, di pensare più alleconomicità che ai budget, di usare più sistemi di adattamento e meno indicatori sintetici di performance. In definitiva, si deve avviare una serie di azioni di governo che portino lazienda ad avere unIt più rispondente al business. Si deve, dunque, passare dalla gestione alla governance dei Si aziendali, che Meregalli definisce come «un insieme di logiche e strumenti finalizzati alla creazione di un assetto strutturale e di un contesto di governo del sistema informativo aziendale, che lo rendano costantemente coerente con le esigenze dellimpresa in ambienti caratterizzati da un alto livello di complessità». Alla fine lobiettivo è di rendere lIt intrinsecamente adeguata a un ambiente strutturato, per cui ogni azienda avrà un diverso livello di It governance, la cui implementazione non può prescindere dalladozione di alcuni degli standard disponibili sul mercato. Tuttavia la governance non significa diffusione di standard, ma scelta di un modello di governo abilitato dagli standard più opportuni e in questambito attualmente i più diffusi sono COBIT e ITIL.
Meregalli non sembra prendere particolare posizione tra uno e laltro (anche se afferma che i vendor tendono ormai in maggioranza a preferire lITIL), ma si limita a evidenziarne le rispettive peculiarità.
Il COBIT è principalmente uno strumento di audit e controllo, un framework di riferimento per la descrizione dei processi, ma non dà alcuna indicazione delle best practice. ITIL è, invece, una definizione di best practice di processo nella gestione ed erogazione dei servizi It, contiene alcune indicazioni sui controlli, è più focalizzato sulla descrizione del metodo e dei processi, che sono spinti a un livello di maggior dettaglio, pur essendo inferiori, rispetto a quelli di COBIT.
Stando alle anticipazioni di Ivor Macfalane, membro del board di itSMF International, in unottica di evoluzione delle attuali guide ITIL, è prevista entro i prossimi 2 anni luscita della versione 3 dellITIL, che avrà lobiettivo di fornire un chiaro e più integrato framework sulle best practice.