Itanium, arriva Windows 2003

Finora Linux e Hp-Ux non hanno permesso di migliorare il nuovo chip, ma adesso le cose cambieranno, parola di Intel. Molte anche le voci sulla compatibilità verso le esistenti applicazioni x86.

29 aprile 2003 E venne il giorno di Itanium. La seconda giornata dell’Idf europeo è stata, infatti, dedicata ai server nelle tre tecnologie di base: Xeon, Pci Express e ovviamente Itanium. Le presentazioni hanno parlato più di Xeon che di altro, visto che nelle sue varie versioni il server Intel ha il 90% del mercato. In questo momento però assume importanza maggiore l’architettura a 64 bit, finora rimasta in un cantuccio per colpe sue e di Microsoft. Se l’Idf europeo non è il posto per fare proclami, è però il luogo ideale per rassicurare un ambiente di sviluppatori e clienti.
«Finora abbiamo venduto Itanium solo con Linux e Hp-Ux – ha detto John Davies, VP e Director del Solution Marketing Development Group –mentre adesso abbiamo Windows Server 2003 a 64 bit», la cui disponibilità è stata annunciata da Microsoft lo scorso 24 aprile.

La modalità di rilascio delle informazioni sembra confermare che Intel sta approntando una serie di iniziative per spingere oltre il successo del suo chip a 64 bit, che finora non c’è stato. In particolare si parla di due iniziative, una software e una hardware, entrambe rivolte all‚esecuzione di codice a 32 bit su una macchina nata a 64. Tali soluzioni, se eficaci, andranno a limitare il vantaggio competitivo del recentissimo Amd Opteron.

La prima iniziativa è un approccio software, btrans o Ia32 Execution Layer, che dovrebbe permettere ad Itanium 2 di andare veloce quanto uno Xeon di pari clock; essendo software non ha grossi rischi per l’utente e può emulare qualsiasi set d’istruzioni, ivi compresi quelli speciali. Gia‚ confermato da altre fonti Intel, l’approccio è stato implicitamente ammesso anche da Davies, che ha parlato di un emulation layer che dovrebbe portare le prestazioni di Itanium oltre il 70% di quelle classiche, e chi ha orecchie intenda.

Bisogna ricordare alcune altre differenze tra i chip sul mercato: Itanium ha un clock circa la meta‚ di P4 o Opteron; l’indirizzamento fisico di memoria di Opteron è oggi di 40 bit, mentre Itanium ne ha 50. È forse per questo che fonti Hp ci hanno confermato l’interesse della società per i chip Amd, ma sul lato delle workstation, non dei server.

La seconda iniziativa della quale si parla riguarda direttamente il silicio, sul quale verrebbero ricodificate delle estensioni a 64 bit analoghe a quelle di Opteron. Però Yamhill,questo il nome in codice del progetto, è una strada rischiosa sia in termini hardware che dal punto di vista dei sistemi operativi, quali essi siano. Una o entrambe le scelte porterebbero a notevoli sviluppi in termini di prestazioni pure.
Certo, l’architettura iniziata nel 1988 sta richiedendo una grande quantità di lavoro. «Vogliamo lavorare in ambienti verticali perche‚ abbiamo bisogno di imparare», ha detto Mike Fister, Senior Vp e Gm Enterprise Platform Group.
Un salto tecnologico che coinvolgerà tutte le piattaforme è l’ulteriore riduzione delle dimensioni del singolo transistor. Sempre più astrusi, ecco i nomi in codice delle future versioni a 90 nm delle architetture attuali; tra parentesi i periodi del lancio. Xeon classico, Nocona (Q4 2003); Xeon Mp, Potomac (2a metà 2004); Itanium 2, Montecito (2005); Pci Express, nel 2004 per tutti i collegamenti interni.

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