Ipv6 pone il problema di conoscere meglio la propria rete

Serve impostare la convivenza con Ipv4 e fare network discovery per avere reti error-free. Ne parliamo con Maurizio Desiderio di Infoblox.

Infoblox è una società nata nel 1998, finanziata da Sequoia, capace di fatturare 107 milioni di dollari nel 2010, prevede di farne 160 miliono quest’anno, lavorando sull’ottimizzazione delle infrastrutture di rete e automazione alle voci Dns, Dhcp, Ipam.

La piattaforma Infoblox integra, distribuisce e gestisce i dati ed i servizi di base che permettono alle reti ed alle applicazioni di funzionare.

Il prossimo 8 giugno la società sarà fra i protagonisti della giornata mondiale per la sensibilizzazione alla migrazione a Ipv6 (Ipv6 Day).

Un problema gestionale da affrontare, secondo Maurizio Desiderio, Direttore Commerciale Italia, Turchia e Mediterraneo di Infoblox. Dove prima si usava Bind per trattare stringhe di 8 caratteri, ora si deve passare a 32 caratteri alfanumerici: «un processo che senza automatizzazione non porta da nessuna parte».

Di lavoro, quindi, per Infoblox ce n’è. E il fatto che due anni fa Microsoft l’abbia scelta come partner tecnologico è d’aiuto:
«abbiamo soluzioni di collegamento a domini, con uno strumento centralizzato, che senza installazioni di agenti parla ai server Microsoft in modo nativo».

Un domain controller tramite una struttura distribuita gestisce i servizi Dns-Dhcp, fondamentali per la rete aziendale, «gestendo Ipv6 e Ipv4 contemporaneamente».
I due protocolli, infatti, per Desiderio sono destinati a convivere, dato che ci sarà un spinta, anche veloce, su Ipv6 per l’esterno, mantenendo Ipv4 per l’interno dell’azienda: «servono azioni di verifica, controllo, per poi instaurare quegli automatismi di gestione necessari per rendersi indipendenti dagli errori».

Oltre a Ipv6 Infoblox si occupa di altri problemi di rete afferenti, anche qui, agli errori umani. Grazie all’acquisizione di Netcordia la società ha a disposizione lo strumento NetMri, un apparato che esegue una radiografia di rete, in ottica di troubleshooting:
«Ci colleghiamo alla rete, facciamo la scansione trovando tutti i punti, disegnando la topologia e comprendendo i comportamenti. Un’azione di discovery che continua nel tempo ed estrae le configurazioni, memorizzandole. Un’intelligence che consente di creare le best practice di funzionamento».

Oltre a questo Infoblox propone If-Map (Interface for Metadata Access Points), un linguaggio per far interagire i dispositivi di rete, che tramite un Orchestrator Server abilita/disabilita gli account aziendali.

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