Intesa rilancia la firma digitale

La società del gruppo GlobalValue scommette sulla firma digitale come strumento di ottimizzazione e di sicurezza delle procedure It.

La diffusione di Internet e recenti casi di frodi hanno riportato all’attenzione delle aziende l’argomento della firma digitale e dei processi che, tramite Pki ed enti certificatori, permettono lo scambio sicuro e non ripudiabile dei documenti amministrativi.
“L’Italia, che è stata una delle prime nazioni al mondo a dotarsi di una normativa in materia di firma digitale, è fra i Paesi che può vantare il maggior numero di certificatori accreditati ma, a dispetto di tutto ciò, il numero di applicazioni e servizi oggi in linea che utilizzano tale tecnologia è ancora veramente trascurabile” ha affermato Remo Corbelli, direttore marketing di Intesa, la società nata oltre 15 anni fa da una joint venture di Ibm e Fiat e ora parte del gruppo GlobalValue.
Chi preconizzava per la fine degli anni 90 una società “paperless” è stato deluso, e questo perché la validità dei documenti amministrativi o di comunicazione (mail, in primis) scambiati in formato elettronico non è stata oggetto di standardizzazione e precise disposizioni legislative.
Quello che si è osservato è stata quindi, come ritiene Corbelli, una definizione di standard che sono rimasti applicabili in settori verticali, come quello bancario (con le attività svolte da Identrus) o quello del commercio, con l’emergere dello standard Edifact e di fatturazione elettronica.
In pratica sino a ora il sogno di un ufficio “senza carta” è rimasto tale. La firma digitale rappresenta invece, nella visione di Intesa, l’opportunità di aiutare le aziende a rivedere i propri processi, ora slegati, in una prospettiva di collegamento che consenta ampi margini di miglioramento in termini di efficienza e di costi di gestione. Secondo Corbelli, infatti, nella realtà di ogni giorno l’introduzione della firma digitale permette di abilitare, se opportunamente integrata nei sistemi informativi, la progressiva eliminazione della carta, grazie anche all’utilizzo di sistemi di gestione documentale e di archiviazione a norma di legge.
Quello che propone Intesa è, quindi, di considerare la firma digitale non più come elemento esterno (come spesso ora succede) ma parte integrante del workflow aziendale, nel quale tutti i processi sono legati fra loro.
Se evidenti sono i vantaggi di trasformare in formato elettronico i documenti cartacei e gestirne in modo sicuro lo scambio, è opportuno però precisare, e Intesa non lo nasconde, che per arrivare a questo è necessaria una capacità ed esperienza consolidata nel saper tradurre i flussi informativi in formato elettronico ed essere in grado di gestirli in modo affidabile e sicuro.
Peraltro, Intesa si propone anche come un network broker che non solo gestisce lo scambio certificato di documenti, ma è anche in grado di tenere traccia dello scambio stesso e garantire la conservazione dei plichi scambiati o di bonifici sino a 10 anni o in modo aderente alle normative di legge.
L’approccio inteso a rilanciare la firma elettronica e la gestione dei documenti mediante Pki si basa, secondo Intesa, su tre elementi base, l’Edi applicato al business-to-business, le Pki stesse e l’Edm (Electronic document management), che consiste, nelle proposte di Intesa, nell’archiviare i dati a norma Aipa, uno degli enti certificatori nazionali della corrispondenza delle procedure alle normative pubbliche.
Il tutto si è concretizzato in una proposta riferita come e-Trustcom, che riunisce una gamma estesa di applicazioni (Mail secure, Web secure, Autenticazione ai portali, firma digitale, integrazione con archiviazione ottica, time stamping, secure storage, Vpn, librerie di sicurezza) che consentono di firmare digitalmente i documenti elettronici, di trasmettere messaggi di posta elettronica sicura e di dialogare in modo sicuro e protetto in ambito Web, garantendo la sicurezza delle transazioni effettuate in rete.
Intesa non si pone, però, solamente come erogatore/gestore di certificati digitali, ma anche come fornitore di soluzioni per la sicurezza logica e la firma digitale in diversi settori di mercato, quali ad esempio il finance, il government, la gestione mandati di pagamento, cooperazione applicativa) e l’Industrial/Distribution (Scm, e-procurement, Crm, e-market, trading-on-line, Product lifecycle management). Una concreta evoluzione del mercato Intesa pensa possa poi derivare dalla normativa europea che dovrà essere acquisita a livello nazionale entro la fine dell’anno, riguardante la trasmissione elettronica, con relativa firma, delle fatture.

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