Internet utilizzata soprattutto dagli uomini

Può darsi dipenda dalla pornografia, sempre additata quando si parla di Internet. Di fatto, le donne italiane che usano la Rete sono una minoranza, ma la ricerca dell’Idc sulla diffusione di Internet, presentata in occasione del convegno Spotlig …

Può darsi dipenda dalla pornografia, sempre additata quando si parla di
Internet. Di fatto, le donne italiane che usano la Rete sono una minoranza,
ma la ricerca dell’Idc sulla diffusione di Internet, presentata in
occasione del convegno Spotlight on eCommerce organizzato da Netevents, non
spiega il perché.
Per essere più precisi, secondo lo studio della società di analisi, in
Italia, tra gli utenti della rete delle reti, solo uno su tre è donna,
contro una media europea che vede il 41% dei "navigatori" appartenere al
gentil sesso. Al 33% di utenti femminili fanno eco i 34% di Austria,
Francia e Spagna, mentre spicca il 47% della Finlandia, il 45% della Svezi
a
e il 44% della Norvegia.
Può sembrare una curiosità e, certamente, non è il solo dato interessa
nte
della ricerca di Idc, ma è un elemento significativo da non trascurare da
parte delle aziende in cerca di un modello di business on line o di quelle
che devono decidere quali prodotti porre in vendita sul sito.
Nel dibattito che è seguito alla presentazione della ricerca, proprio la
mancanza di un modello di business è stata segnalata come una delle
motivazioni che frenano maggiormente le aziende dall’adottare il commercio
elettronico. L’analisi dell’Idc, come ha spiegato Stefan Elmer, analisita
di Idc Europe, rassicura circa la predisposizione degli europei, che
sembrano pronti all’e-commerce, nel loro complesso. Si possono distinguere,
però, tre "europe" distinte: Nord, Centro e Sud. Se, infatti, la media sul
Continente vede un 36% della popolazione che ha utilizzato Internet negli
ultimli tre mesi, osservando la penetrazione dell’uso della Rete paese per
paese le differenze sono notevoli e distribuite geograficamente con una
certa omogeneità. Si passa, per esempio, dal 58% della Svezia, al 16% dell
a
Francia, dal 55% della Finlandia al 18% della Spagna, dal 51% della
Norvegia, al 20% dell’Italia, passando dal 40% del Regno Unito e il 28%
della Germania.
Stefan Elmer ha fornito altri dati per testimoniare che l’attenzione è
comunque alta: oltre metà della popolazione europea totale (57%) è
interessata a Internet a diversi livelli, mentre il 43% non ne vuole
sapere. Di questi il 33% non possiede un computer. Complessivamente,
dunque, l’analista ritiene che lo scenario sia di una generale
predisposizione alla diffusione del commercio elettronico.
Secondo i numeri, la sicurezza dei pagamenti è la ragione che ancora blocc
a
gli utenti da effettuare acquisti on line, come ha affermato il 22% degli
intervistati. Anche la mancanza di un rapporto personale con il venditore
è
indicato come un fattore di disagio (20%), segue la difficoltà di valutare
il prodotto (13%), la mancanza di fiducia nel negozio virtuale (12%) e cos
ì
via, secondo una frammentazione crescente.
Se la sicurezza è la prima preoccupazione degli utenti, ciò non sembra c
osì
vero per molti dei vendor intervenuti al dibattito, che davono per
sufficiente il livello di security raggiunto. Sarebbe piuttosto un problema
di cultura della sicurezza. In relatà, la sensazione è che molte aziende
non abbiano loro per prime sviluppato un modello di business convincente e
che non sappiano con precisione cosa proporre a chi volesse buttarsi
nell’e-commerce. Finisce, così, che quest’ultimo si sente ancora troppo
lasciato a se stesso e preferisce aspettare. Un impulso determinante potrà
arrivare con lo sviluppo di un sistema di pagamenti ad hoc. Alcune banche
ci stanno pensando, come ha spiegato Rikke Helms, Ceo di Logical, creando
"centrali" di autenticazione e validazione dei pagamenti. Ma, perché quest
e
entrino pienamente in funzione, bisognerà aspettare ancora due o tre anni.

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