Intelligenza artificiale Commissione europea

Lo scorso anno la Commissione europea, a seguito di una procedura di selezione aperta, aveva nominato 52 esperti di intelligenza artificiale. Si tratta di un  gruppo di esperti di alto profilo composto da rappresentanti del mondo accademico, della società civile e dell’industria.

Questo gruppo di esperti è noto con la sigla AI HLEG, High-Level Expert Group on Artificial Intelligence. L’obiettivo del lavoro del gruppo di esperti è quello di supportare l’implementazione della strategia europea sull’intelligenza artificiale. Ciò include l’elaborazione di raccomandazioni su questioni etiche, legali e sociali legate all’intelligenza artificiale, comprese le sfide socio-economiche.

Arriva ora da parte della Commissione europea la fase successiva di questo approccio a una strategia comune e condivisa. Partendo infatti dal lavoro del gruppo di esperti, la Commissione ha avviato una fase pilota maggiormente proiettata alla implementazione concreta. Tale fase pilota servirà per garantire che sia possibile applicare nella pratica gli orientamenti etici per lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Per procedere in questa fase, la Commissione invita industria, istituti di ricerca e autorità pubbliche a testare una lista di controllo. Tale lista dettagliata è stata messa a punto dal gruppo di esperti a integrazione degli orientamenti.

L’iniziativa rientra nella strategia per l’intelligenza artificiale che la Commissione ha presentato nell’aprile 2018. Tra gli obiettivi, c’è quello di aumentare gli investimenti pubblici e privati portandoli ad almeno 20 miliardi di euro l’anno nei prossimi dieci anni. Nonché mettere a disposizione più dati, promuovere il talento e garantire la fiducia.

La strategia europea

Un’ampia gamma di settori, sottolinea la Commissione, potrà trarre beneficio dall’intelligenza artificiale. Settori quali l’assistenza sanitaria, il consumo energetico, la sicurezza delle automobili, l’agricoltura, i cambiamenti climatici e la gestione dei rischi finanziari. L’intelligenza artificiale può inoltre aiutare a rilevare le frodi e le minacce alla cibersecurity. Può anche consentire alle forze dell’ordine di lottare più efficacemente contro la criminalità.

Intelligenza artificiale Commissione europeaAllo stesso tempo, l’intelligenza artificiale comporta però anche nuove sfide per il futuro del lavoro. E solleva interrogativi giuridici ed etici.

L’approccio della Commissione è articolato in tre fasi. Il primo è la definizione dei requisiti fondamentali per un’intelligenza affidabile. A questo segue l’avvio di una fase pilota su larga scala per raccogliere le osservazioni delle parti interessate. Infine, c’è l’impegno volto al raggiungimento di un consenso internazionale per un’intelligenza artificiale antropocentrica.

I sette elementi fondamentali per l’intelligenza artificiale

I seguenti sono i sette requisiti fondamentali individuati nel lavoro svolto finora.

  1. Azione e sorveglianza umane: i sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero promuovere lo sviluppo di società eque sostenendo l’azione umana e i diritti fondamentali e non dovrebbero ridurre, limitare o sviare l’autonomia dell’uomo.
  2. Robustezza e sicurezza: per un’intelligenza artificiale di cui ci si possa fidare è indispensabile che gli algoritmi siano sicuri, affidabili e sufficientemente robusti da far fronte a errori o incongruenze durante tutte le fasi del ciclo di vita dei sistemi di intelligenza artificiale.
  3. Riservatezza e governance dei dati: i cittadini dovrebbero avere il pieno controllo dei propri dati personali e nel contempo i dati che li riguardano non dovranno essere utilizzati per danneggiarli o discriminarli.
  4. Trasparenza: dovrebbe essere garantita la tracciabilità dei sistemi di intelligenza artificiale.
  5. Diversità, non discriminazione ed equità: i sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero tenere in considerazione l’intera gamma delle capacità, delle competenze e dei bisogni umani ed essere accessibili.
  6. Benessere sociale e ambientale: i sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero essere utilizzati per promuovere i cambiamenti sociali positivi e accrescere la sostenibilità e la responsabilità ecologica.
  7. Responsabilità intesa anche come accountability: dovrebbero essere previsti meccanismi che garantiscano la responsabilità e l’accountability dei sistemi di intelligenza artificiale e dei loro risultati.

La Commissione avvierà in estate una fase pilota con la partecipazione di un’ampia gamma di parti interessate. Imprese, amministrazioni e organizzazioni pubbliche possono iscriversi già da subito all’Alleanza europea per l’IA. Le organizzazioni registrate riceveranno una notifica quando inizierà la fase pilota.

Il  commento di Ibm

Ibm è tra le aziende che hanno svolto un ruolo fondamentale nella definizione delle linee guida sull’intelligenza artificiale. Il leader mondiale per l’etica dell’intelligenza artificiale di Ibm è Francesca Rossi, che ha guidato questo impegno. Francesca Rossi fa parte infatti del gruppo di 52 esperti incaricati dalla Commissione Europea per sviluppare la strategia comunitaria sull’intelligenza artificiale.

Francesca Rossi, Research Staff Member, IBM Research AI

Ibm evidenzia come le linee guida possano diventare la roadmap per le organizzazioni che vorrebbero adottare le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. Ma che, allo stesso tempo, sono alle prese con questioni relative alla fiducia nei confronti di questa tecnologia. Le quali, secondo Ibm, non sono poche.

Un recente studio citato dall’azienda ha rilevato infatti che la metà dei dirigenti aziendali intervistati aveva qualche preoccupazione al riguardo. Preoccupazione, cioè, circa la capacità di spiegare ai propri clienti come l’intelligenza artificiale utilizza i dati.

Le linee guida dell’UE rispondono in modo diretto alle domande sull’etica dell’intelligenza artificiale. Inoltre, è l’opinione di Ibm, forniscono un solido modello che altri Paesi e regioni di tutto il mondo potrebbero seguire per costruire strategie responsabili in materia.

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