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Intelligenza artificiale al servizio dei commercialisti: la tecnologia semplifica e abilita la competitività

L’Intelligenza Artificiale rappresenta il nuovo grande filone nel processo di trasformazione digitale che sta ormai da tempo cambiando profondamente il modo di lavorare degli studi professionali.

Come i precedenti “capitoli” di questa evoluzione digitale, l’AI è una tecnologia che permette di ridurre la complessità, semplificando il lavoro dello studio. Essa, tuttavia, ha potenzialità di utilizzo molto più ampie e può essere applicata tanto ai servizi più innovativi quanto alle attività tradizionali degli studi professionali.

L’intelligenza artificiale come “Aiuto Intelligente”

Robert Braga, Presidente della Commissione Intelligenza Artificiale e bilanci del CNDCEC
Robert Braga, Presidente della Commissione Intelligenza Artificiale e bilanci del CNDCEC

Per citare Robert Braga, Presidente della Commissione Intelligenza Artificiale e bilanci del CNDCEC[1], l’acronimo che utilizziamo per Artificial Intelligence può anche essere letto come “Aiuto Intelligente”. Un aiuto al servizio dello studio professionale, utile specialmente per svolgere le attività di base e più operative (quali le registrazioni contabili, delle fatture o dei movimenti bancari) e per far fronte alle necessità sempre crescenti dei clienti in un panorama normativo e burocratico estremamente complesso.

Il supporto garantito dall’AI ha due filoni di applicazione particolarmente interessanti per migliorare il lavoro di uno studio: 1) fa risparmiare tempo, perché gli operatori non dovranno più svolgere attività di data entry in prima persona, ma si limiteranno a verificare quanto svolto dalla macchina. Quest’ultima, apprendendo nel tempo grazie alle indicazioni degli stessi operatori, diventerà sempre più precisa ed affidabile; 2) permette di impiegare il tempo risparmiato in attività a più alto valore aggiunto, dando modo alle risorse dello studio di attivare servizi innovativi per i propri clienti, servizi che la digitalizzazione rende possibili e che, sempre di più, è il mercato stesso a richiedere.

“Nascondere” la complessità grazie all’intelligenza artificiale

Come accennato, il primo grande valore dell’AI sarà quello di ridurre drasticamente il tempo dedicato ad attività a basso valore aggiunto. Questo vantaggio è tanto più rilevante quanto più la complessità del sistema fiscale è elevata. In Italia, come è noto, conviviamo ormai da tempo con uno dei sistemi fiscali più complessi ed articolati al mondo: secondo un’analisi realizzata lo scorso anno da PWC, nell’ambito di un progetto congiunto con TeamSystem, un dichiarativo italiano, se confrontato con un omologo modulo del sistema del Regno Unito, può arrivare a contenere un numero di campi oltre 20 volte superiore. A titolo di esempio, nel Regno Unito il modello semplificato base per le società di capitali (CT600) ha al suo interno 249 campi da riempire, che arrivano a 910 considerando tutti i modelli accessori (CT600x). Nel nostro Paese, la modulistica corrispondente presenta rispettivamente 4.475 nel modulo base e 23.869 campi nei moduli accessori (per ISA e IRAP).

Da questo e simili fatti emerge in modo forte, accanto ad una quantomai auspicabile semplificazione del nostro sistema, il valore di una gestione automatizzata di simili attività. Con il loro lavoro, gli studi devono infatti poter rispondere alle richieste sempre più sofisticate dei clienti, senza far ricadere su di loro il peso di una burocrazia sempre più complessa.

In tal senso, l’Intelligenza Artificiale è in grado di “nascondere” la complessità, che in tal modo viene percepita sono in minima parte dallo studio professionale e, a maggior ragione, dal cliente finale.

Un “abilitatore di competitività” scalabile e alla portata di tutti

Attività come la gestione degli adempimenti fiscali o le registrazioni contabili sono, per definizione, realtà quotidiana per qualsiasi studio professionale, di qualsiasi dimensione. Conseguentemente, il valore dell’Intelligenza Artificiale può essere apprezzato da ogni studio. In tale ottica, un grande punto di forza dell’AI è la sua scalabilità, ovvero la capacità di adattarsi e funzionare in modo efficace in realtà piccole così come in realtà molto grandi.

Si tratta di un vero abilitatore di competitività disponibile per tutti, uno strumento in grado di “democratizzare” la trasformazione digitale. Liberando tempo prezioso allo studio piccolo come al grande, esso infatti rende realmente possibile la fornitura di servizi più sofisticati ed evoluti in modo equo ed ampio.

Di converso, è probabile che grazie all’AI assisteremo ad una forte accelerazione nell’evoluzione degli studi professionali e dei servizi da loro offerti. Diviene quindi ancor più importante dotarsi di strumenti di questo tipo per fornire servizi innovativi e sofisticati, sviluppando altresì le competenze necessarie. Gli studi che non attiveranno un simile percorso avranno difficoltà sempre maggiori a rimanere sul mercato, poiché si confronteranno sempre più con concorrenti più evoluti, in grado di soddisfare il livello di sofisticazione che le aziende oggi richiedono ai propri professionisti di fiducia.

In questo senso, il ruolo delle software house ed in generale dei fornitori di tecnologia è quantomai importante: abbiamo infatti il compito di accompagnare i professionisti in questa evoluzione. Si tratta di una responsabilità che chi fa il nostro mestiere è tenuto ad assumersi: l’evoluzione dei servizi offerti dai professionisti costituisce infatti un grane beneficio per le aziende che dei professionisti sono clienti finali, e quindi, in ultima analisi, per tutto il nostro sistema economico.

Guidare la trasformazione digitale dei propri clienti

Infatti, oggi le PMI hanno a che fare con un livello di complessità di mercato mai visto in passato. Esse, quindi, ricercano nel professionista un vero e proprio partner strategico per il loro business. Coerentemente, il professionista si ritrova al centro di un ecosistema complesso, ed a lui spetta il compito di farsi promotore di iniziative di cambiamento per i propri clienti. Il ruolo che può giocare oggi il professionista arriva così a comprendere una “responsabilità sociale” nei confronti dei clienti, mettendosi al servizio della loro competitività e guidandone la transizione verso il digitale.

Realtà come la nostra, nello svolgere il proprio mestiere, si pongono al fianco degli studi per supportarli nell’identificare nuove soluzioni e opportunità per i clienti, ed accompagnarli nella trasformazione digitale sia del proprio studio, che dei propri clienti. Infatti, oltre a fornire ai professionisti i nostri servizi e le nostre soluzioni innovative, cerchiamo costantemente di creare occasioni per trasmetterne il valore e le opportunità, cercando così di diffondere cultura digitale – anche attraverso l’organizzazione di eventi e occasioni di aggregazione, in cui raccontiamo l’evoluzione del mestiere che ogni professionista sta vivendo.

In tale ottica, il nostro programma BeLeader lavora specificamente in questa direzione: è dedicato ai professionisti che vogliono crescere sfruttando tutte le opportunità offerte dalla tecnologia per trasformare il proprio modo di fare business e di collaborare con i propri clienti, avendo a disposizione l’accesso a tutte le suite che TeamSystem ha ideato per vari settori specifici, così da poter portare i loro clienti, in qualunque mercato operino, ad una evoluzione digitale integrata e sinergica con quella dello studio professionale. Questo costituisce una base importante per realizzare e rafforzare il ruolo di partner strategico da parte del professionista, che può migliorare l’efficacia della collaborazione con i propri clienti, aumentandone la fidelizzazione e, in ultima analisi, la qualità del loro business.

[1] Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili

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