Infor: un Erp oggi deve essere veloce

Per Enza Fumarola la velocità di Infor10 è figlia di un mix di tecnologie e practice. E dal cloud, se serve, si deve poter tornare indietro.

La nuova generazione del sistema gestionale di Infor, Infor10
introduce nel sistema informativo aziendale un netto orientamento al social, con tutto ciò che ne consegue, a livello di possibilità operative, ma anche di complessità.

Chiediamo a Enza Fumarola, Vice president Erp Sales per l’Emea South region, da dove nasce questa virata verso la social enterprise e che scelte
sono state fatte.

Nasce dall’esserci resi conto – dice – che nel business non si prescinde dalla velocità. Per quanto elementare, non sempre è facile tradurre in pratica il concetto. Il time to market è spesso borderline con le richieste del business. Senza contare i tempi fisici.

D: L’elemento cardine è il time to market della soluzione?
F: Sì, e si deve parlare di sposare le practice con le tecnologie abilitanti l’utilizzo finale.
Il punto è avere un accesso produttivo in tempo reale ai dati.

D: Come?
F: Con una tecnologia che l’anno scorso era un’idea e ora è diventata realtà. Un medio tecnologico che ha tradotto in general availability ciò che era esperimento.

D: Infor10 è un sistema per aziende già disposte al cambiamento?
F: È un cambio di metodologia di lavoro, tenendo conto che la scalabilità della soluzione è mantenuta anche se l’utente non se la sente di fare il passo.
Non per nulla abbiamo azzerato la vecchia logica della migrazione delle versioni con il feature pack.

D: Si dice che un Erp oggi non possa non pensare al cloud
F: Fino all’anno scorso pensavamo a prepararci, dato che in Italia i progetti erano pochi. Oggi il percorso è diverso. Le domande che ci arrivano non sono più casuali, sono ripetitive. Abbiamo deciso di non mettere in opzione l’on premise con il cloud. In qualsiasi momento devono essere accessibili. Non solo, in qualsiasi momento si può fare marcia indietro dal cloud. Riteniamo di essere i primi a porre questo tipo di discussione.

D: Che feedback stanno arrivando alla vostra proposta?

F: Un cliente ci ha detto che gli abbiamo fatto vedere un sogno. Ora bisogna avere la possibilità di realizzarlo. C’è un forte interesse ad approfondire. Sta a noi non deludere le aspettative.

D: Come si colloca l’acquisizione di Lawson in Italia?
F: Un’acquisizione non casuale, dato che sempre siamo stati orientati alle verticalizzazioni. Lawson è arrivata in Infor non per fare la conta dell’installato, ma per un piano industriale. Fa il 90% del business su mercati, come la Pa e l’hospitality, in cui noi eravamo presenti in modo sporadico, e come il fashion, retail e food & beverage, assenti dalla nostra offerta. In Italia le soluzioni Lawson potranno funzionare su quei mercati su cui rinunciavamo a operare.

D: Qual è il grado di complessità del nuovo mondo gestionale oggi?
F: È differente per gli utenti, i progettisti e i manutentori.
Per i primi la complessità è avviata a essere ridotta, pur distinguendo fra le varie tipologie di utenti aziendali. Per noi progettisti è alta. In un certo senso con le innovazioni ultime ci siamo complicati la vita. Non per niente siamo alla continua ricerca di chi sappia sviluppare app per Android o Apple. Per i manutentori il grado di complessità è medio, alto per via delle personalizzazioni da affrontare giorno per giorno, basso perché gli diamo una tecnologia di base veramente orizzontale. E anche l’azzeramento del versioning è utile per applicare le innovazioni.

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