In Italia i PC “zombie” sono quasi 5 milioni

I PC compromessi da malware e utilizzabili nelle botnet non vengono sanati anche per due anni. E la durata media di un’infezione è di 300 giorni. I risultati di un’indagine di Trend Micro

Che uno dei problemi maggiori, quando si parla di sicurezza informatica, sia rappresentato dai cosiddetti pc zombie, vale a dire macchine infette comandate a distanza dai cybercriminali, è cosa da tempo nota.

Quanti siano però questi pc e quanto tempo trascorra prima che vengano effettivamente sanati è cosa meno risaputa.

Secondo un’analisi presentata in questi giorni da Trend Micro il picco di infezione è di circa due anni.
Un dato sconcertante, che nasce dall’analisi di oltre 100 milioni di pc zombie in tutto il mondo.

In Italia, giusto per scendere nel dettaglio, ci sono oltre un milione e mezzo di pc colpiti da malware due anni fa e finora mai sanati, mentre complessivamente ci sono quasi 4,8 milioni di macchine compromesse.

D’accordo, si parla di picchi, ma non si può proprio dire che le medie siano più confortanti.
Sempre secondo Trend Micro, la durata media di un’infezione è pari a 300 giorni e comunque l’80% delle macchine compromesse lo resta per oltre un mese dopo aver contratto l’infezione.

Il 75% delle macchine compromesse appartiene a utenti privati, mentre il restante 25% degli indirizzi Ip analizzati appartiene a reti aziendali: questo significa che il numero potenziale di macchine infette è realmente molto più elevato, dal momento che a un unico indirizzo Ip possono essere associate più macchine.

Il problema, appare evidente, è che le macchine compromesse vengono in genere integrate in botnet anche molto estese, utilizzate per attacchi malware, frodi, furti di dati e altri generi di cyber crime, quali
Koobface, ZeuS/Zbot e Ilomo/Clampi.

Di Kooboface, tanto per fare un esempio, fanno parte circa 51.000 computer infettati, gestiti da 5 o 6 centri di comando e controllo.

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