In house, le Regioni non mollano

Portato a 24 mesi il termine per vendere i rami d’azienda di proprietà degli enti pubblici. Mi si pensa a come eludere la norma

Nel tormentato iter della Finanziaria ha rischiato di essere coinvolto anche
l’articolo 13 del decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Si tratta
dell’articolo, tanto invocato da Aitech-Assinform, secondo il quale Regioni ed
Enti locali avrebbero dovuto vendere entro un anno i rami d’azienda che
operavano sul libero mercato al di là delle commesse degli enti pubblici.



L’articolo recita infatti che
“Al fine di evitare alterazioni o distorsioni della concorrenza e del mercato e di assicurare la parità degli operatori, le società, a capitale interamente pubblico o misto, costituite dalle amministrazioni pubbliche regionali e locali per la produzione di beni e servizi strumentali all’attività di tali enti, nonché, nei casi consentiti dalla legge, per lo svolgimento esternalizzato di funzioni amministrative di loro competenza, debbono operare esclusivamente con gli enti costituenti ed affidanti, non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, ne’ in affidamento diretto ne’ con gara, e non possono partecipare ad altre società o enti”.



Un divieto che si traduceva
nell’obbligo di vendere questa attività entro un anno contro il quale
si è coalizzato un eterogeneo fronte che ha raccolto Rifondazione, Forza Italia,
Alleanza Nazionale e una parte dei Ds. Alla fine il ministro degli Affari
regionali Linda Lanzillotta è riuscita a strappare una mediazione allungando da
12 a 24 mesi il termine per la vendita delle attività.


Intanto la nuova normativa sta provocando
i primi effetti. In Friuli Venezia Giulia si è dimesso Dino Cozzi, presidente di
Insiel la software house regionale. Cozzi, per non perdere il business fuori dai
confini della regione, puntava alla privatizzazione della società. L’opposizione di Riccardo Illy, presidente della Regione, ha provocato le
dimissioni. La faccenda non sembra però conclusa. Rimane in piedi l’ipotesi di
scorporo per aggirare il decreto Bersani, ma si spera anche in un
emendamento della Finanziaria che permetterebbe alle società com Insiel
di rimanere un soggetto unico e operare su più mercati scorporando
la contabilità.  


  


 

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